Addio ad Alberto Lucchesini “Lurgan”, il padre dello scoutismo monzese

È morto a 82 anni il padre dello scoutismo monzese, Alberto Lucchesini, cioè Lurgan: dopo una vita di imprese, il Covid-19 lo ha sconfitto in pochi giorni.
Alberto Lucchesini Lurgan
Alberto Lucchesini Lurgan

Lo scout Lurgan se ne è andato. Il Covid – 19 lo ha portato via in una settimana. Una fine tanto repentina quanto inattesa che ha lasciato sgomenti i suoi amici, i compagni di sentiero e avventura da oltre mezzo secolo. Alberto Lucchesini per tutti Lurgan, come il personaggio chiave della saga di Kim, il romanzo di Rudyard Kipling, aveva 82 anni, era stato ricoverato una settimana fa a Como, dove viveva da oltre vent’anni.

«Aveva la febbre solo qualche giorno fa, poi l’ossigeno e poi tutto è precipitato – racconta incredulo Guido Mauri, amico e fratello da oltre sessant’anni -. Stavamo organizzando per lui un momento di preghiera online, a cui avrebbero partecipato tutti i suoi amici. Non abbiamo fatto in tempo». Lucchesini si è spento martedì scorso nel tardo pomeriggio. È considerato il padre dello scoutismo monzese. Fu grazie a lui che il numero degli scout a Monza si moltiplicò in vent’anni: dai trenta che trovò agli inizi degli anni Cinquanta, quando iniziò la sua avventura nel gruppo monzese, fino ai 120 del 1974.

Una vita intera, la sua, dedicata allo scoutismo, al senso dell’avventura, all’educazione all’indipendenza e alla responsabilità, all’insegnamento fatto con l’esempio verso i più giovani. «È la ricerca del senso dell’avventura, la volontà di superare limiti e difficoltà, la determinazione a cavarsela sempre e comunque, insieme alla lealtà e all’amicizia verso i compagni, ad aver fatto scattare in me l’amore per lo scoutismo», raccontava. «Dieci giorni fa eravamo insieme al campo scuola di Colico – ricorda Luca Sorteni -. Eravamo in venti, nonostante le restrizioni della zona arancione. Ci ha guardato e ci ha detto che era felice di noi». L’anno scorso la pattuglia Colico dell’Agesci, il Gruppo Monza 1 del Masci hanno avanzato la candidatura di Lucchesini per il Giovannino d’oro. «È stato impegnato sul campo con i giovani scout in occasione dell’alluvione di Firenze e nel Belice, in aiuto ai terremotati. Tutto questo prima che nascesse la Protezione civile, quando bastava sapere di un’emergenza per partire in soccorso», continua Sorteni.

A lui è dedicato un intero capitolo del libro dedicato ai primi cento anni di vita dello scoutismo monzese, curato e redatto da Sergio Forneris, segretario del Masci e da Sorteni. «Appassionato di pioneristica ha spronato generazioni di scout ad ardite costruzioni con i pali di legno, dagli alzabandiera, per i quali applicava le tecniche imparate nell’esercito per innalzare le antenne di trasmissione, ai ponti per scavalcare i corsi d’acqua. Rimangono famosi due ponti sul Lambro, il primo in località Gasletto, al confine tra Monza e San Maurizio al Lambro, costruito con piloni a croce appoggiati nel greto del fiume, il secondo nel parco di Monza, vicino alla porta di San Giorgio, con due piloni unici e passerella sospesa con una luce di ben dodici metri – si legge nel libro -. Sua l’invenzione del nodo “tripla quadra” che, in un’unica legatura, consente di tenere insieme tre pali ortogonali fra loro, che è la base di ogni sopraelevata».