Accadde oggi sul Cittadino: giugno 1916, 105 anni le lettere dei soldati al fronte sul giornale

Sono passati 105 anni da quel giugno 1916 in cui la Prima guerra mondiale imperversava in Europa e i soldati spediti al fronte parlavano alla loro città, Monza, attraverso le pagine del Cittadino.
Dalla prima pagina del Cittadino del 29 giugno 1916
Dalla prima pagina del Cittadino del 29 giugno 1916

«Mentre la “vigorosa e incalzante” controffensiva italiana costringe l’austriaco a sgombrare il sacro suolo della Patria, i nostri soldati ci assicurano la finale vittoria». Inizia così il Cittadino di 105 anni fa, 29 giugno 1916, un vero salto nel passato e nella storia. In quei giorni si stava combattendo la Prima guerra mondiale e il nostro giornale aveva il compito di aggiornare la popolazione monzese e brianzola sull’andamento della guerra. Ma non solo, ampio spazio, in quei giorni drammatici, veniva dato alle lettere che arrivavano direttamente dai soldati del fronte.

Come quella datata “Zona di guerra – 20/06/1916”: «Spettabile direzione del Cittadino, un gruppo di Monzesi, combattendo contro l’odiato nemico inviano fervidi saluti alle loro famiglie, parenti e amici, assicurandoli della loro ottima salute. Uniti ringraziamenti e saluti alla spett. Direzione ci firmiamo: Sott. Strazza Luigi – Tremolada Guido – Angelo Arosio – Abbiati – Centemeri Antonio – Fornari – Colombo – Molteni».

Oppure ancora: «Cittadino caro, dal fronte, fidenti delle nostre armi per la completa vittoria della patria nostra, che un giorno sorgerà gloriosa, potente e grande, inviamo cordiali saluti alle nostre dilette e care famiglie, parenti e amici, ed affermiamo in pari tempo l’ottima nostra salute. Al generoso “Cittadino” i nostri ringraziamenti per l’ospitalità che ci accorda. Con stima: Lanciere Ambrogio Mottani, Bersagliere Mauri Giovanni, Artigliere Mauri Beniamino».

Giovani ragazzi monzesi al fronte che, come tanti altri, hanno potuto raggiungere le proprie famiglie e rassicurarle grazie alla prima pagina del Cittadino, che ha dato loro spazio e cura. Putroppo, però, non tutte le lettere sono così gioiose alcune vogliono annunciare la dipartita di un commilitone perito al fronte.

Oltre le parole dei soldati ci sono anche le considerazioni sulla guerra in corso. «La tracotanza austriaca che sperava, un mese fa, di invadere la nostra bella pianura veneta, di punire la guerra redentrice d’Italia, per l’ardimento ed il valore dei nostri soldati, per l’impegno e l’energia di Luigi Cadorna e de’ suoi generali, ha cominciato a ricevere la giusta lezione che la dovrà annientare per sempre». E come tutti sanno, ci vorranno ancora due anni di guerra, ma il 4 novembre 1918 la vittoria sarà davvero nelle mani di quei ragazzi italiani che hanno combattuto al fronte e scritto al Cittadino.