Gli echi di una tragedia consumatasi nello spazio trovano spazio anche sulle pagine del Cittadino di quarant’anni fa, esattamente il 1° luglio 1971. Si tratta di quanto avvenuto agli astronauti russi a bordo dello Sojuz 11, la navicella spaziale sovietica che aveva raggiunto la stazione spaziale sovietica Saljut 1. I tre astronauti a bordo – Georgij Dobrolovski, Viktor Patsayev e Vladislav Volkov – erano partiti il 6 giugno 1971 e avevano raggiunto con successo la loro destinazione.
Dopo la permanenza prevista alla stazione spaziale si erano preparati a partire per la Terra il 29 giugno 1971. Dove però, non arrivarono mai, a causa di un errore nella partenza della navicella, gli astronauti morirono sul colpo.
Ripercorriamo quei momenti di cordoglio tramite le parole del Cittadino.
«Costernazione nel mondo, i tre astronauti della “Sojuz 11”: Dobrolovski, Volkov e Patsayev sono stati trovati morti nell’interno della loro cabina al rientro dallo spazio e dopo il record di permanenza. Nel mondo della scienza ci si domanda come possa essere avvenuto il fatto: surriscaldamento, decompressione rapida? Solo l’inchiesta potrà accertare le cause della tragedia. Ci inchiniamo reverenti innanzi alle salme dei tre pionieri della prima stazione orbitale con equipaggio. “La loro impresa”, ripetiamo le parole della Tass, “rimarrà per sempre nella memoria del popolo sovietico” e nella storia dell’astronautica».