Seregno, memoria e omaggio alle pietre d’inciampo: «Per far tornare persona chi era diventato un numero»

Tre appuntamenti a Seregno per la Giornata della memoria: alla Ca’ Bianca per la famiglia Gani, in piazza Caprera per Ferdinando Silva e in attesa della pietra d’inciampo per il maestro di musica Giovanni Re. Eventi accompagnati da performance teatrali, poi la consegna delle medaglie.
Le Pietre d'inciampo alla Ca' Bianca
Le Pietre d’inciampo alla Ca’ Bianca Paolo Colzani

Un programma ricco, nonostante la pandemia, ha sottolineato a Seregno la ricorrenza della Giornata della memoria, il 27 gennaio. In mattinata, con l’accompagnamento degli attori di Cartanima, a introdurre il calendario è stato un momento di riflessione alla Ca’ Bianca di via Trabattoni, dove negli anni tristi della seconda guerra mondiale venne individuata a seguito di una delazione, e quindi catturata e avviata all’esperienza del lager, la famiglia Gani, formata da due adulti e tre bambini di religione ebraica, che lì avevano cercato rifugio dopo essere scappati da Milano.

A ciascun componente del nucleo familiare, di cui nessuno sopravvisse, due anni fa è stata dedicata per questo una Pietra d’inciampo, scelta che nel suo complesso invita i passanti a fare memoria di ciò che avvenne.

Seregno, memoria e omaggio alle pietre d’inciampo: «Per far tornare persona chi era diventato un numero»
Il sindaco lucida le Pietre d’inciampo alla Ca’ Bianca

«Nel testo che è stato letto – ha commentato il sindaco Alberto Rossi, che si è anche chinato per lucidare personalmente le pietre al suolo – Liliana Segre ci dice che il lato peggiore della sua esperienza di deportata è l’essere diventata invisibile. Noi con queste Pietre d’inciampo abbiamo cercato di far tornare persona chi era diventato un numero. È come se dalla coscienza collettiva allora fosse stato allontanato ciò che di brutto stava accadendo ad altre donne ed altri uomini. È una lezione purtroppo anche attuale».

Nel pomeriggio, invece, c’è stato spazio per un secondo momento analogo in piazza Caprera, caratterizzato dagli interventi di un’attrice di Teatrando. Qui l’attenzione si è concentrata sulla Pietra d’inciampo che parla di Ferdinando Silva, un internato deceduto a Gelsenkirchen nel 1944, a sua volta lucidata dal primo cittadino.

«L’aspetto più bello della posa di un anno fa – ha evidenziato ancora Rossi – fu l’incontro con un suo nipote, che non conoscevamo. Non sappiamo di cosa sia morto Ferdinando, se per freddo o per fame, ma sappiamo che la follia della guerra se l’è portato via».

A margine, il sindaco ha annunciato che, «non appena vi saranno le condizioni per una cerimonia partecipata dal pubblico», una settima Pietra d’inciampo sarà prevista in via Palestro, a ricordo di Giovanni Re, maestro di musica, deportato per motivi politici e scomparso a Flossenburg.

Seregno, memoria e omaggio alle pietre d’inciampo: «Per far tornare persona chi era diventato un numero»
Il sindaco lucida le Pietre d’inciampo alla Ca’ Bianca

Infine, nella sala di rappresentanza di palazzo Landriani-Caponaghi, l’amministrazione, su delega della Prefettura di Monza e Brianza, ha consegnato le medaglie d’onore della presidenza della Repubblica italiana alle famiglie di quattro persone legate al territorio di Seregno, che nel periodo del conflitto furono deportate o internate. La circostanza ha riportato sotto la luce dei riflettori, con le rispettive esperienze, Mariano Bello, Angelo Mandelli, Primo Rovelli e Pietro Natale Scalvinoni.

«Con queste – ha chiosato Francesco Mandarano, le cui ricerche sono state come sempre indispensabili per l’attribuzione dei riconoscimenti – i seregnesi che hanno ricevuto una medaglia sono ventisette. Dietro, c’è un grande lavoro di approfondimento, che spesso dura anni, tra documenti che mancano o che comunque si fatica a trovare. Un lavoro indispensabile, perché la burocrazia non ammette l’autocertificazione».