Falegnameria e Fab-Lab nel carcere di Monza con gli studenti della Scuola Cova

Progetto della scuola professionale per intercettare le aspirazioni professionali dei detenuti più giovani e rieducare attraverso il lavoro
MONZA CARCERE VIA SANQUIRICO
Monza, la casa circondariale di via Sanquirico Radaelli Fabrizio

Un progetto in condivisione con la casa circondariale di Monza per rieducare attraverso il lavoro. L’iniziativa è della Scuola Cova di Milano, istituto fondato nel secondo dopoguerra con l’obiettivo di promuovere la formazione professionale a Milano, oggi un punto di riferimento nel panorama delle arti applicate e del design. Ed è proprio il design a varcare la soglia del carcere, per un progetto che unisce formazione tecnica, sensibilità sociale e progettazione consapevole.

Il progetto della Scuola Cova per il carcere di Monza: spazi per rieducarsi con il lavoro

Una scuola, la Cova, che nel tempo ha saputo evolversi con coerenza, coniugando competenze tecniche e innovazione, senza mai perdere il legame profondo con la tradizione artigiana. Da sempre attenta ai temi dell’inclusione e dell’impatto sociale, la scuola considera ogni progetto un’occasione di crescita e responsabilità.

In questa prospettiva formativa, gli studenti del secondo anno del corso di Operatore del legno – Design d’arredo sono stati coinvolti in un’esperienza progettuale dal forte valore educativo e sociale: immaginare e sviluppare due spazi artigianali all’interno di un istituto penitenziario, destinati alla formazione dei detenuti. Si tratta di una falegnameria tradizionale, spazio dedicato alla lavorazione manuale del legno, dove apprendere competenze pratiche come costruire, riparare e rifinire manufatti, sviluppando precisione, pazienza e attenzione al dettaglio e di un Fab-Lab (Fabrication Laboratory), laboratorio tecnologico attrezzato con strumenti digitali come stampanti 3D, laser cutter e software di modellazione che favorisce la progettazione e la realizzazione di prototipi innovativi, coniugando creatività e competenze digitali.

Il progetto della Cova in carcere e la mostra, la redazione di Oltre i Confini incontra gli studenti

L’obiettivo è intercettare le aspirazioni professionali dei detenuti più giovani e rieducare attraverso il lavoro, offrendo competenze concrete che possano trasformarsi in strumenti di riscatto. Gli studenti della Scuola Cova lavoreranno in due gruppi, ciascuno impegnato nella definizione dei due spazi artigianali. In una seconda fase, ogni studente progetterà una “cella tipo” – per adulti, donne o minori – arredata con mobili in legno ad incastro, sicuri, semplici e conformi alle normative penitenziarie.

Il progetto si concluderà a giugno 2026 con una mostra all’interno della Casa Circondariale di Monza dove saranno esposti disegni 2D, render 3D, modellini e proposte di celle. Ogni studente presenterà il proprio lavoro raccontando non solo ciò che ha progettato, ma ciò che ha imparato — sul legno, sugli spazi, e soprattutto sulle persone.

Intanto, lunedì 24 novembre, la redazione di Oltre i confini, i detenuti-giornalisti di Sanquirico il cui giornale è ospitato dal Cittadino, insieme alla loro coordinatrice Antonetta Carrabs incontrerà gli studenti della Scuola Cova per farsi spiegare tutti i dettagli del progetto.

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