“Lasciatemi morire ridendo”: a Seregno la prima brianzola

Al Movie studio venerdì 7 novembre il documentario su Stefano Gheller diretto dal novese Massimiliano Fumagalli.
La troupe con Stefano Gheller
La troupe con Stefano Gheller

Lasciatemi morire ridendo”. È questo il titolo del documentario dedicato a Stefano Gheller, il cinquantenne vicentino affetto da distrofia muscolare. Dietro la macchina da presa Massimiliano Fumagalli di Nova Milanese, 25 anni, un diploma all’Istituto alberghiero e una passione per i video e per il cinema nata in pandemia e coltivata con un corso di regia durante il quale ha ideato il progetto condiviso con Virginia Rosaschino e Alessandro Conconi.

Una storia, quella di Stefano Gheller, che aveva richiamato una certa attenzione mediatica: per 35 anni ha vissuto grazie a un respiratorio artificiale, seconda persona in Italia e prima nel Veneto ad aver ottenuto l’autorizzazione al suicidio assistito. «La vicenda di Stefano mi aveva appassionato – ha raccontato Fumagalli – e avevo pensato che il mio primo progetto alla regia potesse essere dedicato a lui. L’ho contattato in modo molto semplice, attraverso i social e lui mi aveva risposto con grande disponibilità».

A Seregno la prima teatrale del documentario dedicato a Gheller

Così sono iniziate le riprese, era il 2023. Fumagalli ha coinvolto anche due sue compagni di corso con i quali per diversi giorni, quasi due mesi anche se non consecutivi, hanno vissuto a stretto contatto con Gheller. Le riprese cono terminate prima che lui morisse. Una morte naturale, alla fine, avvenuta nel gennaio del 2024. «Stefano ha lottato per ottenere un diritto – ha ricordato ancora il regista – quando l’ha ottenuto sembrava quasi che si godesse di più la vita. Durante le riprese si è creato un rapporto davvero molto bello con la troupe. Questi era il primo obiettivo: creare un rapporto di fiducia, perché quando qualcuno si sente osservato rischia di non comportarsi più in modo naturale, invece il nostro obiettivo era proprio documentare la quotidianità, faticosa ma straordinaria di chi come Stefano Gheller è affetto da una malattia invalidante e degenerativa».

E ci siete riusciti? È soddisfatto del risultato? «Direi di sì – ha risposto Fumagalli – vedremo adesso la risposta della critica». Cosa si augura per questo primo lavoro? «Mi auguro che possa rimanere accesa la luce su questo diritto per cui Stefano ha lottato anche se alla fine Stefano non voleva morire perché apprezzava tropo la vita per quello che riusciva a goderne». Il documentario è distribuito da Mescalito film: la prima proiezione in Brianza è in programma a Seregno al Movie Studio venerdì 7novembre alle 21.15.

L'autore

Amo scrivere, leggere e praticare sport. Ho all’attivo diverse pubblicazioni di taglio giornalistico legate alla storia locale. Scrivo di tutto, ma quello che più mi appassiona sono le interviste a personaggi con storie particolari.