Per la prima volta dopo vent’anni i medici di medicina generale incrociano le braccia e chiudono gli ambulatori. Il Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani (Snami) ha annunciato per mercoledì 5 novembre, lo sciopero nazionale.
Medici di base, sciopero nazionale il 5 novembre: i motivi spiegati da presidente Snami Monza e Brianza
«L’iniziativa – ha spiegato Davide Fabbrica, presidente Snami Monza e Brianza – nasce come risposta all’aumento della burocrazia che si avvale di strumenti informatici non sempre efficienti che rallentano il lavoro clinico quotidiano e rischiano di compromettere la relazione di ascolto e cura tra medico e paziente». E ha proseguito: «Negli ultimi anni, purtroppo, abbiamo assistito ad una progressiva delegittimazione del ruolo professionale: noi medici siamo oberati dal disbrigo di procedure amministrative complesse e dalla compilazione su piattaforme digitali spesso non funzionanti, che sottraggono tempo prezioso per la visita e la presa in carico clinica dei cittadini».
Il sindacato chiede, pertanto, spazi adeguati per la medicina di prossimità e per una relazione di fiducia che ha origine dalla conoscenza personale del paziente. Quindi in termini pratici lo sciopero vorrebbe porre l’accento sulla richiesta di semplificare le pratiche burocratiche e utilizzare strumenti digitali realmente funzionali a supporto dell’attività clinica, difesa dell’autonomia professionale del medico di famiglia nell’ambito della medicina territoriale, per evitare la standardizzazione dell’assistenza e la riduzione a semplice erogazione di prestazioni. E poi ancora: tutela di maternità e genitorialità, con l’equiparazione dei diritti per i medici di medicina generale convenzionati rispetto ai dipendenti pubblici. Infine: riconoscimento universitario della Medicina Generale come disciplina specialistica, che assicuri pari dignità rispetto alle altre branche mediche.
Medici di base, sciopero nazionale il 5 novembre: le ore di lavoro e la qualità della cura
«Lo sciopero – ha aggiunto il dottor Davide Fabbrica – vorrebbe anche invitare a rivedere la Legge Balduzzi in base alla quale, per i nuovi medici che entrano in servizio da quest’anno è previsto il ruolo unico per cui ogni medico dovrebbe affiancare alle ore in ambulatorio altre ore, il cui numero è inversamente proporzionale al numero di pazienti, nelle case di comunità con la conseguenza di un sovraccarico che va a discapito della qualità del servizio».
Lo sciopero è proclamato dallo Snami ma possono aderire tutti. Si prevede una buona adesione.
«La mobilitazione del 5 novembre – ha concluso il dottor Fabbrica – non si limita alla difesa della professione, ma mira soprattutto a garantire la qualità della cura e dell’ascolto rivolto agli assistiti».