Il Monza ha cambiato proprietà. Fininvest ha ceduto l’80% delle quote a Beckett Layne Ventures. Per finanziare l’operazione, il fondo gestito da Brandon Berger e Lauren Crampsie (nel frattempo diventata prima presidente donna della storia biancorossa) sostanzialmente ha raccolto fondi tra i propri investitori e chiesto un prestito da 17 milioni di euro a Corrum Capital Management. Questo accadeva solamente pochi giorni fa, il 28 di settembre, come riportava il Cittadino.
Ma è notizia molto più fresca, di giovedì 9 ottobre, che Corrum è stata a sua volta ceduta per una parte di maggioranza al Callodine Group, una finanziaria di ancora maggior potenza. Sostanzialmente Blv ha ricevuto soldi da Corrum, che è una piattaforma che gestisce circa 1,4 miliardi di dollari in vari asset e che a sua volta è stata acquisita da Callodine che invece gestisce oltre 20 miliardi. Stiamo parlando di colossi della finanza. Callodine, un gruppo con sede a Boston fondato da James Morrow che, fino ad ora, non aveva particolari interessi nello sport, con l’acquisizione di Corrum invece si porta dentro partecipazioni in diverse campagne, compresa quella del Monza.
Calcio Monza, da Corrum Capital Management il prestito da 17 milioni alla proprietà BLV
Se la situazione ricorda qualcosa è perché, tanto per fare un esempio, anche geograficamente vicino, è molto simile a quelle avvenute nel recente passato a Milano, sia per l’Inter che per il Milan, entrambe al momento gestite da fondi statunitensi dopo essere passate di mano almeno un paio di volte. Realtà potenti: Oaktree (divenuta proprietaria dell’Inter nel momento in cui la famiglia Zhang non è più riuscita a rifinanziare il debito contratto) gestisce un patrimonio di circa 200 miliardi, mentre Elliot (ex proprietà del Milan) uno da 70 miliardi ed ora Gerry Cardinale con il suo Redbird (attuale proprietario rossonero) ha asset per circa 12 miliardi.
Calcio Monza, la novità non ha ricadute sulla società
Quali sono le ricadute sul Monza? Poco o nulla. Blv al momento gestisce la società in prima persona e avrà tempo per restituire i 17 milioni di euro ottenuti attraverso un bond, un prestito obbligazionario quotato alla Borsa di Vienna il 25 settembre. Il tasso d’interesse del bond è pari al 12% minimo annuo (Euribor 6 mesi con tetto al 2% e 10% di margine) con scadenza nel 2029, anche se la società può capitalizzare gli interessi, non pagando interessi integralmente fino al 30 settembre 2026 (con tutto il valore che si aggiunge al capitale) mentre dopo il 30 settembre potrà capitalizzarne solo una parte che eccederà una soglia massima successivamente stabilita.
Il bond è stato inizialmente sottoscritto da Corrum e di conseguenza ora da Callodine. Gli eventuali problemi emergerebbero solo qualora Berger e Crampsie non dovessero avere la forza economica per sostenere il debito ed al contempo la squadra, impegnata oggi in una campagna per raggiungere la Serie A ed eventualmente in futuro per difendere la categoria. Capirete che per un gruppo come Callodine, 17 milioni di euro non sono nulla rispetto ai 20 miliardi di asset. Ma è difficile ora capire quale interesse possa avere il gruppo di Boston nell’eventualità comunque piuttosto remota di trovarsi tra le mani il Monza.