Una giustizia che considera il reato principalmente in termini di danno alle persone, al quale l’autore più rimediare con il coinvolgimento attivo della vittima. Si chiama giustizia riparativa e avrà un centro dedicato anche a Monza, che il Comune considera “un investimento per la comunità, la tutela dei diritti e la ricostruzione dei legami sociali in attuazione della Riforma Cartabia e del protocollo d’intesa siglato con la Conferenza locale per la giustizia riparativa del distretto della Corte d’Appello di Milano e con il ministero della Giustizia.
Giustizia riparativa a Monza: di che cosa si tratta
L’obiettivo della giunta è di iniziare l’attività entro la fine del 2025 in spazi ricavati al centro civico di San Rocco, grazie anche a un finanziamento del ministero di 224mila euro. “Rappresenterà un punto di riferimento per tutto il distretto giudiziario, garantendo l’accesso ai programmi di giustizia riparativa attraverso il dialogo tra autori dell’offesa/reato, vittime e comunità” in uno spazio sicuro, riservato, “dove tutte le parti possano portare la propria narrazione e costruire insieme azioni che riparano attraverso l’aiuto dei mediatori esperti”. L’ambito di riferimento sarà appunto quello di tutto il distretto della Corte d’Appello milanese.
“Con l’attivazione del centro – aggiunge il Comune – viene riconosciuto il percorso pluriennale svolto dal capoluogo della Brianza, che dal 2019 aveva avviato un ufficio singolo di Giustizia Riparativa, realizzando i programmi previsti per legge a favore di tutto il territorio e rientrando, così, nella ricognizione svolta dal ministero che ha portato all’istituzione formale del centro”. Il finanziamento è quello necessario per la gestione e pagare i professionisti, cioè sei mediatori esperti in programmi di giustizia riparativa a tempo pieno, iscritti all’elenco nazionale del ministero della Giustizia.
Giustizia riparativa a Monza: i programmi della Cartabia
Saranno attivati tutti i programmi di giustizia riparativa previsti dalla normativa, rivolti ad adulti e minori, con accesso gratuito e volontario: tra gli altri la mediazione fra la persona indicata come autore dell’offesa e la vittima del reato che prevede l’incontro vis à vis, facilitato dai mediatori, allo scopo di esplorare i vissuti legati all’offesa e gli effetti distruttivi che si sono prodotti e promuovere un percorso di riflessività, responsabilità, riconoscimento, riparazione; la mediazione con una vittima di un reato diverso da quello per cui si procede che offre la possibilità di un incontro fra partecipanti coinvolti in vicende di reato differenti pur rimanendo invariata la fattispecie penale; il dialogo riparativo per affrontare in una dimensione collettiva gli effetti negativi derivanti dal reato e di stimolare la progettazione partecipata di concrete azioni di riparazione.
Per l’assessore Egidio Riva (Welfare) «con questo centro Monza si pone all’avanguardia nell’attuazione della Riforma Cartabia. Non si tratta solo di un adempimento normativo, ma di una scelta politica che investe sulla coesione sociale e sulla dignità delle persone. La giustizia riparativa significa riconoscere i diritti delle vittime, accompagnare chi ha sbagliato verso la responsabilità e restituire valore ai legami comunitari».