Ci sono ricordi infantili che restano impressi nel tempo. Raffaella Fossati, architetto monzese, co-fondatrice dell’associazione culturale “nuovarchitettura” conserva nella sua memoria il ricordo di tanti bambini ospiti di Villa Eva di via Segrè, nel quartiere monzese di Triante, che ogni mattina si recavano nella sua scuola e nelle scuole vicine. La struttura ne accoglieva quaranta: gli scolari dormivano in camerate e ciascuno aveva il proprio armadietto per riporre i vestiti.
Da una ventina d’anni l’edificio non accoglie più bambini residenti. Oggi è un Centro educativo diurno che offre un servizio di accoglienza, di accompagnamento a scuola e di doposcuola per bambini e ragazzi del quartiere e non solo. A prendersi cura di loro, accanto alle minime oblate del cuore immacolato di Maria, ci sono educatori professionali e volontari.
Villa Eva a Monza: l’iniziativa di “nuovarchitettura”
Villa Eva, inaugurata nel 1957, è un punto di riferimento per Triante, uno dei suoi «tre cuori, insieme al Circolo Cattaneo e alla chiesa», come sottolinea lo storico locale Daniele Cappelletti, ma ha bisogno di essere rivalutato, fatto conoscere meglio, “rigenerato”, insomma. Per questo l’associazione culturale “nuovarchitettura” propone per domenica 12 ottobre un pomeriggio di incontri, storie, racconti, musica dal titolo “Villa Eva. Una proposta di rigenerazione urbana”. L’iniziativa, aperta alla cittadinanza, gode del patrocinio del comune e si articolerà nello spazio di un paio d’ore a partire dalle 16.30. Ci saranno i saluti istituzionali da parte delle autorità cittadine, testimonianze di ex ospiti e di responsabili di attività che si svolgono all’interno della struttura.
Una parte sarà dedicata a Villa Eva vista come esempio di architettura scolastica e sociale. Alessandra Coppa, docente universitaria, presidente di “nuovarchitettura” e autrice di una pubblicazione dedicata all’architettura contemporanea monzese, elogia l’opera del progettista di Villa Eva, l’architetto Luigi Ricci che «ha saputo tradurre il razionalismo in termini concreti. A Villa Eva convivono l’aspetto sacro, sociale e scolastico». L’occhio “clinico” degli architetti ha già individuato alcuni dettagli da riqualificare nell’edificio e per questo sono pronti a «dare voce alle esigenze di Villa Eva, a portare le istanze delle sorelle minime oblate nelle sedi istituzionali, a individuare i bandi pubblici che fanno al caso loro, a favorire la comunicazione e l’interazione con l’esterno».
Villa Eva a Monza: uno spazio per generare socialità
Non mancherà un momento musicale con un concerto degli allievi della Fondazione Appiani e della scuola Prime Note che ha sede proprio a Villa Eva, un progetto, quest’ultimo, che sorella Tiziana cura dal 1996, nato per “includere” gli alunni della scuola Tonoli e gli ospiti del Centro Mamma Rita. Oggi alle Prime Note è possibile seguire corsi di canto e di diversi strumenti per tutti i livelli e per tutte le età. La scuola, presieduta da Nadia Gaffurini, è dotata di aule accoglienti e insonorizzate, adatte alla pratica musicale. «Villa Eva rappresenta un esempio virtuoso di quanto l’architettura possa generare socialità, accoglienza, istruzione» ribadisce Raffaella Fossati. Encomiabile il lavoro quotidiano delle sorelle Minime Oblate che con amore e competenza si prendono cura dei loro ospiti. «Il nostro compito è la promozione integrale della persona, non solo dei bambini, ma anche delle loro famiglie» rimarca la direttrice Centro Mamma Rita sorella Patrizia Pirioni.