Il glicine che copre l’edificio, il tetto imploso, una persiana per trent’anni agganciata per metà ad un vecchio infisso proprio sull’angolo con viale Regina Margherita. E poi quel giallo Savoia ancora in parte sui muri e quelle grandi vetrate che portano a fantasticare di atelier di pittura, scultori all’opera, il refettorio con le cementine anni Trenta. Per tutti i monzesi quella porzione di Villa Reale, a sud del corpo centrale, è “l’ex scuola Borsa”. In origine l’edificio ospitava le scuderie progettate dall’architetto Luigi Canonica nel 1802, negli anni di nascita del parco Napoleonico pensato come tenuta agricola e riserva di caccia. Nel 1869 l’edificio assume già una funzione educativa: ospita una scuola comunale pubblica e gratuita di disegno e decorazione. Il direttore dal 1873 ai primi del Novecento è Paolo Borsa, pittore monzese e docente della scuola che ancora ne porta il nome.
Ex Borsa: visita guidata promossa da architetti ed ingegneri
Dopo due anni di cantiere di un restauro che gli stessi professionisti definiscono “spinto” (restano i muri originali e sono state recuperate le capriate in legno della parte centrale) questa parte della reggia si appresta a tornare fruibile. Fra un anno il liceo artistico Nanni Valentini avrà nuove aule con bellissime travi di legno di acero a vista e finestre con nuovi infissi, ma che sanno di storia. Un terzo della costruzione (circa mille metri quadri), la parte all’angolo con viale regina Margherita sarà invece del Comune e si lavora per una nuova destinazione. Ne parla il sindaco Paolo Pilotto, dopo la bella visita guidata, promossa dall’Ordine degli architetti ed ingegneri sabato 27 settembre. «Con Regione -spiega Pilotto- stiamo valutando l’ipotesi di un centro di alta formazione, un ITS Academy o spazi aggiuntivi per la scuola Borsa, che potrebbe così tornare alle origini, anche se ora si chiama “Azienda speciale di formazione Paolo Borsa”».
Ex Borsa: un declino cominciato nel 1990
La formazione è una costante per quelle ampie stanze con finestre che si affacciano sui boschetti reali. Dal 1922 al 1943, in quelle aule e in parte della Reggia nasce l’Isia, l’Istituto superiore delle arti decorative, un progetto innovativo in Italia che porta alla nascita delle Biennali d’arte prima che diventasse la Triennale milanese. A metà degli anni Sessanta il cantiere dell’architetto Luigi Ricci modifica la struttura tagliando le altezze e realizzando due piani e aule dal sapore più moderno. La scuola Borsa lascia la reggia nel 1990, decretando un inesorabile abbandono. Nel 2000 implode il tetto e nel 2011 tutto l’edificio che in parte era ancora usato dal liceo artistico viene dichiarato inagibile. A riscriverne la storia ora ci sono lavori da 8 milioni di euro finanziati al 50 per cento tra Comune e Regione, che si concluderanno tra un anno.
Ex Borsa: il parere del direttore dei lavori
«Tutto l’edificio è vincolato dalla Soprintendenza -spiega l’architetto Enzo Mugione, che ha curato la progettazione ed è direttore dei lavori per la parte architettonica e di restauro-, per questo abbiamo demolito il vecchio solaio in cemento per rimettere le travi di legno a vista. Nella parte centrale abbiamo recuperato le otto capriate in legno originali, sono ora in fase di restauro e saranno riposizionate a fine ottobre. Hanno lo stesso aspetto di quelle dell’Orangerie della villa e volutamente avranno un colore diverso rispetto ai legni nuovi». Tra le scoperte del cantiere anche le vecchie canne fumarie che sono state utilizzate per rinforzare la struttura come le travi in acciaio. «Abbiamo anche ritrovato le vecchie cementine degli anni Trenta che si vedono in un’immagine della sala adibita a refettorio -prosegue Mugione-: le riposizioneremo nella parte degli uffici, così come saranno utilizzate le tegole in cotto originali». La facciata ritroverà il colore bianco crema di epoca asburgica, sarà decorata a bugnato e le finestre sul lato strada avranno un frontalino in cemento decorativo che le uniforma al resto della Reggia. Nuovi invece tutti gli infissi, in legno per rispondere alle normative energetiche ed acustiche richieste da un edificio scolastico. Resta anche la bella scala in pietra serena a cui se ne aggiungeranno di nuove e più ampie oltre a due ascensori, mentre il piano seminterrato potrà servire da archivio.