Una fotografia che dice tutto di Mamadou Tourè, il 48enne morto lunedì mattina sul posto di lavoro. L’ha pubblicata in un post sul suo profilo Facebook il segretario Fiom Cgil Monza Brianza Pietro Occhiuto, che è anche andato a trovare la vedova e i quattro figli della vittima, per portare loro conforto e parole (e fatti) di vicinanza. “Lavorava da oltre 25 anni nella stessa azienda metalmeccanica di Monza. È morto ieri sul lavoro, lasciando una moglie e quattro figli. Un uomo che ha dedicato la vita al lavoro, e che il lavoro gli ha tolto” dice Occhiuto.
Il segretario Fiom Cgil Mb sulla tragedia di Monza: “Le morti sul lavoro crimine sociale”
“Ho incontrato la sua famiglia: il dolore è straziante, ma ancora più forte è la loro dignità e la loro richiesta di verità. E questa verità non potrà essere negata” aggiunge. Il segretario Fiom non vuole sentire parlare di fatalità: “Le morti sul lavoro – dice – non sono mai eventi inevitabili: sono il risultato di scelte precise, di omissioni, di controlli insufficienti, di un sistema che considera la sicurezza un costo e non un diritto. Questo è un crimine sociale”.
“Basta con questa strage silenziosa – continua il segretario Fiom – È inaccettabile che nel 2025 si continui a morire di lavoro, mentre troppe aziende e istituzioni si girano dall’altra parte”.
Morte sul lavoro al Monza, la Fiom Cgil MB: “Potremmo costituirci pare civile”
La Fiom Cgil Brianza – conclude – “è al fianco della sua famiglia, a cui garantiremo tutta l’assistenza e la tutela legale necessaria. E stiamo valutando di costituirci parte civile, perché la ricerca della verità e della giustizia è un dovere nei confronti non solo della famiglia, ma di tutti i lavoratori”.
E una promessa: “Non ci fermeremo: continueremo a denunciare e a lottare fino a quando il diritto alla sicurezza non sarà garantito a tutti”.