Ha un doppio obiettivo il protocollo firmato a inizio settimana dal sindaco Paolo Pilotto, dalla direttrice del carcere Cosima Buccoliero, da Silvia Costa dell’Agenzia formazione e lavoro della Brianza, e da Simone Cereda della Cgil, Mirco Scaccabarozzi della Cisl e Gian Carlo Pagani della Uil. L’accordo prevede l’attivazione in via Sanquirico di uno sportello lavoro e di uno sportello diritti: il primo permetterà di potenziare i percorsi di riqualificazione professionale dei detenuti e il secondo consentirà loro di ottenere la carta di identità elettronica, fondamentale per accedere ad alcuni servizi online per i quali è richiesta l’identità digitale.

Monza: la parte più innovativa riguarda lo sportello diritti
«Dal 2013 organizziamo corsi di formazione nella casa circondariale e formuliamo politiche attive del lavoro – ha affermato Silvia Costa – questa intesa, grazie al tavolo di coordinamento, permetterà di rafforzare la collaborazione tra le istituzioni coinvolte».
La parte più innovativa riguarda lo sportello diritti: «Una volta al mese – ha spiegato Carlo Laurita Longo, responsabile dell’anagrafe del Comune – un operatore dei servizi anagrafici e uno dello stato civile entreranno nella struttura per autenticare le firme sui documenti, rilasciare la carta di identità elettronica, certificare il riconoscimento dei figli, celebrare matrimoni».
Monza: il carcere è uno dei pochi in Italia attrezzato per la carta d’identità
Il carcere monzese è tra i pochi in Italia attrezzato a emettere la carta di identità: l’autorizzazione del ministero è arrivata alcune settimane fa dopo quasi un anno di attesa. Il collegamento con l’anagrafe nazionale permetterà anche ai non residenti in città di accedere al servizio.
«Il protocollo è il frutto di un lavoro che ci ha consentito di individuare i bisogni delle persone recluse – ha commentato Cosima Buccoliero – e permetterà ai detenuti di continuare a esercitare alcuni diritti e di intraprendere un percorso di accompagnamento» indispensabile per il loro reinserimento nella società.
«È utile anche alla comunità – ha aggiunto – per avere persone riabilitate: è un’azione di sistema». Dei 735 detenuti circa 250 provengono dai comuni della Brianza mentre altri 200 non hanno i documenti in regola: nel loro caso gli operatori della struttura e dello sportello continueranno ad attivarsi con i consolati «per farli uscire dall’anonimato».
Monza: un ponte tra i detenuti e la comunità esterna
Gli interventi attuati grazie all’accordo, hanno precisato i sindacalisti, contribuiranno a contrastare le diseguaglianze sociali e a costruire un ponte tra i detenuti e la comunità esterna mentre secondo il garante dei detenuti Roberto Rampi, di Nessuno tocchi Caino, testimoniano l’attenzione del territorio per via Sanquirico.
«In questi progetti il Comune gioca un ruolo importante – ha notato il sindaco Paolo Pilotto – nessuno dei protocolli che abbiamo firmato è rimasto lettera morta: quello di oggi è un segnale di speranza, il frutto della fatica di chi cerca soluzioni con cui migliorare le situazioni».
È un tassello del welfare di comunità, ha aggiunto l’assessore Egidio Riva, che si costruisce attraverso la collaborazione tra i diversi soggetti.