I sindaci di Monza e Brianza si presenteranno ai seggi per i referendum dell’8 e 9 giugno 2025 in ordine sparso e, in qualche caso, senza dar troppo retta alle indicazioni di partito: in tanti tra gli amministratori brianzoli domenica e lunedì andranno a votare. Lo farà il leghista Luca Santambrogio, sindaco di Meda e presidente della Provincia, che non raccoglierà l’invito del Carroccio ad astenersi: ritirerà le quattro schede sui temi del lavoro ma non quella sulla cittadinanza italiana agli stranieri. Nei prossimi giorni, afferma, approfondirà i quesiti promossi dalla Cgil prima di decidere come esprimersi.
Deve ancora analizzare alcuni temi sul tavolo il suo collega di Cesano Maderno Giampiero Bocca, esponente di una civica di centrosinistra: «Ritengo sia un dovere votare e sono felice di farlo – commenta – il 2 giugno ho consegnato la Costituzione ai diciottenni e ho ricordato che abbiamo festeggiato il referendum con cui nel 1946 gli italiani hanno scelto quale doveva essere la sorte dell’Italia». Ritirerà tutte le cinque schede anche il sindaco di Monza Paolo Pilotto.
Referendum a Monza e Brianza: il nodo del Jobs Act
Andrà ai seggi pure Francesco Cereda di Vimercate che barrerà cinque volte la casella del sì: «Ritengo che il referendum sulla cittadinanza migliorerà i processi di integrazione – dice – e che, dopo dieci anni, sia necessario intervenire su alcuni elementi del Jobs Act che non hanno funzionato o che hanno prodotto effetti collaterali da correggere». Esprimerà tutti sì anche il primo cittadino di Agrate Simone Sironi: «Il quesito sulla cittadinanza servirà a riconoscere quello che già accade nei fatti – dichiara – credo che il messaggio più importante da lanciare sia l’invito a votare, io l’ho sempre fatto anche quando ho optato per il no. Ciascuno è libero di approfondire i temi e di esprimersi». Mette l’accento sul dovere della partecipazione Carlo Moscatelli, neo sindaco di Desio: «Ho sempre votato e lo farò anche questa volta» pronunciando cinque sì.
Referendum a Monza e Brianza: chi non vota e perché
Non entrerà, invece, nei seggi il sindaco di Carate Luca Veggian, segretario provinciale di Forza Italia: seguirà la linea politica del suo partito che «non condivide la proposta referendaria».Rimarrà a casa anche Marco Citterio, primo cittadino leghista di Giussano: «Credo – spiega – che il Parlamento debba essere in grado di legiferare senza ricorrere ogni volta a procedure complesse e onerose come il referendum che, peraltro, non garantisce il raggiungimento del quorum». «I quesiti sul lavoro – aggiunge – toccano temi delicati e complessi che non possono essere affrontati abrogando parte di una legge, ma richiedono interventi strutturati. Quello sulla cittadinanza tocca, inoltre, aspetti sensibili per la percezione della popolazione: il percorso attuale è perfettibile, ma rappresenta un buono step. Non credo che ridurre i tempi per ottenerla sia utile ai processi di integrazione: è necessario equilibrare la ricerca dei diritti con il rispetto dei doveri».
Referendum a Monza e Brianza: i sindaci che non parlano
Non rivelano se voteranno o no il sindaco di Brugherio Roberto Assi, esponente di una civica di centrodestra, e la prima cittadina di Lissone Laura Borella, in quota Lega: «Non c’è cosa più libera e personale della partecipazione ai referendum – dice quest’ultima – ognuno deve decidere cosa fare con la propria testa, secondo le proprie valutazioni».