Vimercate – Sotto assedio per un’ora. Chiusi negli spazi della direzione. Appena al di là dei vetri che rivestono gli uffici di vertice della Bames-Sem, cresceva la protesta dei lavoratori scesi in sciopero dopo aver aperto la busta paga ed essersi trovati lo stipendio decurtato fino alla metà o addirittura pari a zero. Martedì mattina, 27 del mese, giorno di paga, i dipendenti hanno misurato, nero su bianco, gli effetti dell’intenzione annunciata un paio di settimane fa dall’azienda di sospendere gli anticipi delle ore di cassa di integrazione, passando la mano all’Inps perché provvedesse all’erogazione diretta.
Con il prevedibile risultato paventato dai sindacati, che, tenuto conto dei tempi lunghi della burocrazia, l’esito sarebbe stato la decimazione dei salari. Prospettiva che rischia di ripetersi il prossimo mese. Per la gran parte dei lavoratori il taglio è stato di circa 400 euro, pari alle ore di cassa integrazione effettuate, ma per chi è rimasto a casa per tutto il mese lo stipendio si è azzerato del tutto.
“Abbiamo subito deciso di scendere in sciopero per un’ora e siamo andati a protestare in direzione”, racconta un lavoratore, descrivendo i toni accesi della mobilitazione. “L’80 percento delle persone che erano in reparto ha smesso di lavorare, eravamo almeno duecento a pressare fuori dagli uffici e a manifestare la nostra rabbia”, continua, mentre la direzione ridimensiona a “un gruppo di persone, non particolarmente numeroso”.
A saltare sarebbe così un altro paletto fissato nell’accordo di febbraio sulla cassa integrazione, quello dell’anticipazione del corrispettivo direttamente dall’azienda, che riceve in un secondo tempo la compensazione dall’Inps, “era stato detto che ci sarebbe stato il passaggio di mano solo quando Inps era pronta a subentrare, ma non è stato così”, proseguono i lavoratori.
Per Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Brianza, “la situazione pare si stia aggravando, e le modalità di gestione della cassa sono un segnale in questa direzione. Esiste qualche problema di liquidità, che potrebbe creare qualche difficoltà anche sul pagamento regolare degli stipendi e non solo degli anticipi di cassa. Siamo impegnati nel trovare un modo per uscire da questa situazione, ma è davvero complicato. Per quanto riguarda la richiesta di cassa in deroga con aumento delle unità coinvolte, se è vero che diventa difficile tenere persone in reparto se non c’è lavoro, il problema è che i paletti fissati a febbraio rischiano di saltare”.
Anna Prada