Donna uccisa in spalto PiodoTra 15 giorni verdetto del Ris

Monza – Ancora attesa per una svolta al giallo di Elvira Monguzzi, la pensionata di 79 anni uccisa nella sua casa di via Spalto Piodo il 29 luglio. I carabinieri del Ris dovrebbero consegnare entro due settimane la relazione finale sui reperti sequestrati sulla scena del delitto, dopo che i loro colleghi dell’Arma di Monza hanno chiesto di effettuare alcuni test più approfonditi su parte del materiale sequestrato.

Sono attesi a giorni, invece, gli esiti dell’esame autoptico effettuato sul cadavere dell’anziana su disposizione del magistrato inquirente, il sostituto procuratore Vincenzo Nicolini. Per la morte di Elvira sono indagate due persone, una donna sudamericana e il fratello Emilio, i cui pantaloni, trovati sporchi di sangue, sono stati mandati ai carabinieri del Ris di Parma. Gli specialisti dell’Arma hanno avuto incarico di effettuare alcuni rilievi anche sulla macchina di Emilio Monguzzi, in cerca di eventuali tracce di sangue. Emilio era stato colui che aveva dato l’allarme.

I carabinieri lo avevano trovato sul posto, vicino al cadavere della sorella, con alcune macchie di sangue all’altezza di una coscia. Macchie da spruzzo o da trascinamento? Saranno i Ris a stabilirlo; i militari, comunque, avevano fatto consegnare i pantaloni nello stesso momento. Non avrebbe dovuto quindi salire in macchina con vestiti sporchi di sangue. L’ora del decesso di Elvira Monguzzi risale a quella del pranzo. Era stata vista viva l’ultima volta da un vicino di casa verso mezzogiorno. L’allarme al 118, invece, era stato dato verso le cinque e mezza del pomeriggio di mercoledì 29 luglio.

Il personale medico aveva visto subito che le ferite che riportava la donna al capo non erano compatibili con una caduta accidentale. I successivi, parziali, esiti dell’autopsia avevano chiarito che la morte era avvenuta per soffocamento. Al valgio degli investigatori, comunque, c’è anche la posizione di una donna brasiliana, conoscente della famiglia Monguzzi, che non avrebbe fornito una spiegazione convincente del suo alibi.

Federico Berni