Monza – “È più facile che il Gran Premio di Formula 1 venga tolto a Monza per essere trasferito in un Paese extraeuropeo, piuttosto che venga assegnato al circuito cittadino di Roma”. È il parere di Paolo Semeraro, pilota monzese di endurance e di rally e che il prossimo anno parteciperà ai sette appuntamenti dell’Eos, Endurance open series, campionato che manda in pensione l’Etcs, su una Alfa 156 Td preparata dal team Barbieri.
“Io credo che la storia di Roma sia tutta una montatura mediatica, come del resto molte cose che stanno accadendo nella classe regina ritengo siano solo organizzate ad hoc per attirare l’attenzione del pubblico. Basti pensare al rientro di Schumacher. Quanto al Gp di Roma forse non si rendono conto di quanti soldi servono per un tracciato cittadino – prosegue Semeraro -. L’anno scorso ho fatto delle consulenze per un team del Wtcc e ho scoperto che per la tappa del campionato a Marrakech, su un circuito cittadino appunto, il governo ha stanziato ben 5 milioni di euro. Figuriamo quanti ne servirebbero in Italia. Io penso piuttosto che se il nostro autodromo non riacquisterà la sua visibilità anche oltre le tre gare importanti che si corrono ogni anno, compresa quindi la F1 e la Superbike, c’è sì il rischio che per creare una novità il circus si sposti altrove. Anche perché i grandi sponsor, come le multinazionali del tabacco, in Europa non possono più essere pubblicizzate e spingeranno per cercare nuove località extra Cee. È altrettanto vero che Monza non sa valorizzare quello che ha: non è possibile che nella struttura dell’impianto non si riesca a ricavare un museo che funziona tutto l’anno, che attiri gente, oppure un percorso di guida sicura che possa attirare i giovani anche durante la settimana, quando peraltro l’autodromo è deserto. Occorre cambiare la mentalità, altro che Gp di Roma”.
Semeraro legge anche tra i numeri della crisi una battuta d’arresto dei campionati minori, dovuta principalmente alla lievitazione dei costi richiesti per correre. “Oggi è sempre più difficile reperire i budget -conclude il pilota monzese-. La federazione non aiuta e i rinnovi della licenza e i costi per mettere a punto le macchine sono sempre più alti. Tutto questo non giova allo sport motoristico”.
Sabrina Arosio