Seveso – Le iniziative per la beatificazione di fratel Ettore sono iniziate il 22 settembre 2008 con una riunione dell’associazione missionari del cuore immacolato di Maria, fondata dal camilliano, e terminata con un ordine perentorio di suor Teresa Martino a Francesco Rocca: «Devi scrivere tutto quello che sai su di lui». L’esortazione dell’erede spirituale di fratel Ettore al sindaco della diossina, avallata anche da Ambrogio Bertoglio, è più che naturale: Rocca infatti non ha soltanto conosciuto il gigante della carità, ma ne è stato anche il confidente.
Il libro è uscito in questi giorni con il titolo “Fratel Ettore. Il prediletto di Maria”, ma non è una sua biografia: il suo autore preferisce infatti considerarlo una raccolta di “frammenti della vita di un santo”. Il lettore è colpito soprattutto dal legame esistente tra i fatti reali e il soprannaturale che nella vita del camilliano non hanno un confine definito. Nell’episodio delle «cambiali, per esempio, Fratel Ettore aveva raggranellato qualche decina di migliaia di lire per pagare un immobile che valeva molti milioni, destinato a diventare la futura “Casa Betania”.
Con naturalezza andò da Rocca chiedendogli di firmare un enorme fascio di cambiali. “Non preoccuparti – lo incoraggiò, vedendolo perplesso –, andiamo a pregare le Madonne di Malalonga che sono all’ingresso della tua casa e vedrai che saranno tutte pagate tra un mese». Pensando alla sua famiglia, al mutuo della sua casa e all’enorme impegno finanziario che si stava accollando, Rocca firmò quasi inebetito le cambiali, che non andarono mai all’incasso perché venti giorni dopo, non si sa come, fratel Ettore venne in possesso dei soldi necessari per l’acquisto. Nel libro non mancano gli accenni alle critiche che un personaggio così anticonformista inevitabilmente suscitava nei confronti dei cultori del pensiero dominante, in quei tempi impegnati a favore dell’aborto.
Toccante la narrazione dell’incontro, avvenuto il 26 febbraio 1985, con suor Teresa Martino, che sarebbe diventata la continuatrice delle sue opere. Lei è un’aspirante attrice teatrale che “non si sente amata da nessuno” quando fa conoscenza con quell’uomo “con i capelli bianchi e i vestiti sporchi di calce, che scende da un pulmino sgangherato e tappezzato di immagini sacre”. “In quel momento ho capito – ricorda suor Teresa – cosa provarono i discepoli quando incontrarono Gesù”. E non c’è immagine migliore per spiegare il carisma di fratel Ettore. §
Francesco Botta