La grande marcia all’inceneritoreIl Trezzese è contro il raddoppio

La grande marcia all’inceneritoreIl Trezzese è contro il raddoppio

Trezzo sull’Adda – Prima sono arrivati i fischi, le note metalliche dei barattoli di latta usati come tamburi. poi gli striscioni, i cartelli e le magliette. In un attimo una folla di qualche centinaio di manifestanti ha circondato l’ingresso dell’inceneritore di Trezzo. Domenica 18 aprile, il giorno della grande marcia pacifica organizzata dal Wwf, oasi “Le Foppe” di Trezzo, per doire no – al grido di «non vogliamo il raddoppio» e persino «abbattiamolo» – al progetto presentato in Regione Lombardia dalla “Prima srl” – società del gruppo Falck che gestisce l’impianto di termovalorizzazione – all’inizio dell’estate. Grandi e piccoli, associazioni, partiti, liste civiche, sindaci da tutti i comuni del trezzese e da diversi del vimercatese.

Molti i motivi della protesta, riassunti nel testo della petizione – la seconda – che raddoppia, almeno, le tremila firme raccolte lo scorso autunno. La salute, certo, e quei dati ancora sconosciuti sui risvolti sanitari del respirare l’aria attorno alla ciminiera. Ma anche il traffico e l’impatto ambientale, sul paesaggio. «È un profitto sulle nostre spalle – ha esordito il sindaco di Grezzago comunicando che intanto la proprietà ha trovato il modo di superare il cavillo tecnico con cui la Regione aveva motivato lo stop alla procedura – il sessanta percento dei rifiuti proviene da comuni che non vogliono un inceneritore sul loro territorio. e non solo “No raddoppio”: ci batteremo per lo spegnimento, mancherà la materia prima, perchè si può riciclare anziché bruciare».

Proposta questa che lascia dubbioso il sindaco di Trezzo, Danilo Villa – «Dobbiamo essere sicuri dell’alternativa» – che invita comunque a continuare la lotta e se necessario a «incatenarci» perché «non c’è motivo di espanderlo». «La politica resti fuori – ha commentato il sindaco di Busnago Danilo Quadri – questa è una battaglia che solo il cittadino può vincere. Dobbiamo moltiplicarci nelle varie iniziative». Dal pubblico gli risponde una voce anonima, colma di esasperazione: «Basta parole – grida – marciamo verso il casello».
Letizia Rossi