Monza – Camorristi e affiliati alla ‘ndrangheta «sono tra noi, sono come noi e quel che è peggio è che non svolgono più solo attività criminali ma si dedicano ad iniziative legali con mezzi illeciti». Lunedì il sostituto procuratore Walter Mapelli, nel corso di una audizione in Provincia, ha tracciato un quadro chiaro della presenza della malavita organizzata in Brianza e ha dato qualche indicazione ai politici sulle modalità con cui contrastare le infiltrazioni. Cosa Nostra e la Sacra Corona Unita, ha spiegato, non sono radicate sul nostro territorio e alcuni omicidi registrati negli anni Novanta sono rimasti episodi occasionali dovuti a faide tra cosche attive nel Sud.
La situazione cambia completamente per quanto riguarda la camorra, come indicano i processi a Pasquale Izzo e per il fallimento della società Xpharma, acquisita e portata alla chiusura da un gruppo legato a un clan campano. Sono invece riconducibili alla ‘ndrangheta i procedimenti in cui sono indagati i Barbaro, i Paparo, i Mancuso, le vicende del Magic Movie di Muggiò e delle discariche abusive di rifiuti scoperte in diversi comuni brianzoli. Proprio quest’ultimo episodio presenta anche una nota positiva: «Le indagini della Polizia provinciale sono state avviate grazie alle segnalazioni di cittadini», ha ricordato Mapelli che ha richiamato gli amministratori alle loro responsabilità.
«È fondamentale che la Provincia chieda quel che le spetta- ha raccomandato- è indispensabile che ottenga il potenziamento della Guardia di finanza. Ci attendono anni di grandi sofferenze e la presenza di investigatori specializzati nel recupero dell’evasione è importante». Un comando con più uomini potrebbe anche vigilare meglio «sulla filiera immobiliare dove la ‘ndrangheta è dominante e sorvegliare sui meccanismi dell?usura» che spesso colpiscono le aziende in difficoltà.
I politici non sempre sono stati in grado di comprendere quel che accadeva intorno a loro, ha aggiunto il magistrato che ha citato il caso del Magic Movie: le attività illecite, tra cui il riciclaggio, compiute da cinesi e calabresi sono state favorite «dall’inconcludenza delle amministrazioni locali che hanno mutato la destinazione» originale della multisala.
Mapelli ha invitato a prestare attenzione alla stesura dei bandi di appalto, a fissare paletti che escludano le ditte «chiacchierate o sotto inchiesta» e a prevedere punteggi aggiuntivi per quelle società che garantiscono il rispetto della legalità e la sicurezza dei lavoratori. Ha invece bocciato l’idea di costituire una commissione provinciale antimafia, proposta più volte da Sebastiano La Verde di Italia dei Valori: «Non sono favorevole al proliferare degli organismi» ha commentato.
Monica Bonalumi