Monza – «Qua siamo venti locali, siamo cinquecento uomini Cecè, non siamo uno…». La ‘ndrangheta in Lombardia disponeva di un piccolo esercito, quasi tutto individuato nelle indagini della Dda e della Procura di Monza. I «locali», i nuclei di base su cui si fonda l’organizzazione criminale calabrese si erano dati una struttura, la «Lombardia», appunto, della quale il 31 ottobre 2009, a Paderno Dugnano, è stato eletto il Mastrogenerale.
Una specie di congresso della ‘ndrangheta regionale registrato dai carabinieri che erano venuti a conoscenza della riunione. Una occasione nella quale Pino Neri, tra i fondatori della ‘ndrangheta al Nord, pronuncia un discorso politico nel quale si spiega come è strutturata l’organizzazione: «Comunque noi siamo stati giù – dice davanti agli atri rappresentanti dei ‘locali’- e ci siamo trovati in occasione che facevano le cariche della Calabria ed in quella occasione tutti gli uomini della Calabria iniziarono il discorso, che non è relativo solo alla ‘Lombardia’, questo è un chiarimento che voglio fare, ma un discorso che riguarda in generale Calabria, Lombardia, e tutte le parti hanno stabilito patti e prescrizioni che valgono non solo per la Lombardia ma pure per tutti».
L’intento è quello di raccogliere gli sforzi di tutti: «Noi dobbiano pensare a cogghimu (raccogliere/riunire/sistemare) e non a dividere». E per far questo ci voglio regole precise: «Che ognuno è responsabile del proprio locale…tutti sono responsabili della Lombardia….i locali in Lombardia per essere riconosciuti in Calabria devono rispondere qua (inteso in Lombardia)». Un piano organizzativo che nelle intenzioni di chi lo ha proposto doveva essere rivisto e ripensato dopo un anno alla luce dell’esperienza dei mesi a venire. Come Mastrogenerale alla fine è stato nominato Pasquale Zappia, una elezione conclusa con tanto di brindisi. Insomma una struttura ben delineata per evitare, come lo stesso Neri spiega in un’altra frase intercettata, che ognuno facesse un po’ i fatti suoi: «Ma questo è stato fatto, voi lo sapete tutti…è stato fatto per mettere un freno a….a chi pensava di spadroneggiare, di fare….là sotto». Alla fine, però, un po’ di ordine l’hanno fatto i carabinieri e i magistrati.