Desio – Rito abbreviato, condizionato alla perizia psichiatrica. Questa la richiesta formulata davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Monza Licinia Petrella dall’avvocato monzese Nino De Bendetti, difensore di Vincenzo Agostino, ventenne imputato di omicidio volontario aggravato in relazione alla morte del padre Cosimo, 44 anni, di origini calabresi freddato nel suo appartamento di via Partigiani d’Italia nel mese di febbraio.
Il gup, durante l’udienza celebrata mercoledì, ha accolto la richiesta di perizia psichiatrica sul giovane avanzata dal suo difensore; accertamento che verrà conferito venerdì 28 gennaio ad uno specialista. La difesa mira a dimostrare che Vincenzo non era capace di intendere e volere, nel momento in cui ha premuto il grilletto.
Ancora in sospeso la richiesta di archiviazione per il fratello Luca, minorenne, difeso dagli avvocati Ilaria Urzini e Claudio Marinelli. Il ragazzo era stato scarcerato dal tribunale dei minori, su richiesta dello stesso pubblico ministero, in seguito all’esito delle prove dello stub eseguito sui fratelli, che non aveva fornito alcun risultato utile alle indagini.
Secondo l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Emma Gambardella per quanto riguarda il maggiorenne Vincenzo, quello di D’Agostino era stato un delitto d’impeto giunto al culmine di un litigio in famiglia. Agostino era stato raggiunto da almeno 3 colpi di pistola, che gli avevano forato la gola, il petto e il fianco. L’arma, una calibro 9, non era stata trovata. Tutto sarebbe successo in pochi minuti, intorno alle 19 di mercoledì. I carabinieri, accorsi sul luogo della tragedia, hanno notato alcuni particolari che suggerivano la pista famigliare, e facevano escludere, invece, l’ipotesi di un regolamento di conti, o di un delitto scaturito nell’ambito della malavita, come era stato ventilato in un primo momento.
f. ber.