Arcore – Strappo nel Pdl sul caso Falck e poi la candidatura a sindaco, fuori dal partito, dell’attuale presidente del consiglio comunale, Alessandro Ambrosini. Nei suoi confronti è intervenuto addirittura il prefetto di Milano per intimargli di portare in consiglio comunale il progetto di riqualificazione dell’ex Falck. Venerdì mattina, al giovane pidiellino che negli ultimi tempi era in rotta col suo partito, è stata recapitata la notifica che lo obbliga a inserire l’argomento nell’ordine del giorno del 29 marzo prossimo.
A tirare un sospiro di sollievo sarà l’intera maggioranza che ha tempo solo fino al 30 marzo per deliberare sull’importante questione urbanistica prima che scatti il periodo di ordinaria amministrazione imposto dalle elezioni. D’altra parte a richiedere l’intervento del prefetto è stato proprio il sindaco Marco Rochini dopo un braccio di ferro che ha visto protagonisti in queste settimane l’assessore all’urbanistica Claudio Bertani, principale artefice dell’accordo con il privato sull’area Falck, e Ambrosini, convinto che sarebbe stato meglio lasciare ai successori di largo Vela una decisione tanto importante. I toni si sono fatti aspri e tanto Bertani quanto i consiglieri del Pdl hanno sopportato a fatica la presa di posizione di Ambrosini letta come una manovra di ostruzionismo, per carpire consensi personali alla vigilia delle elezioni.
Il presidente del consiglio la vede diversamente e sostiene che il progetto sia troppo importante per adottarlo in adozione e che i suoi colleghi avrebbero dovuto farlo prima. Comunque sia, la lettera del prefetto parla chiaro e chiarisce che se Ambrosini non provvederà a metterla in pratica, l’inserimento del progetto nell’ordine del giorno di martedì avverrà per iniziativa automatica della prefettura. “Che il più grosso intervento urbanistico di questa amministrazione avvenga per azione della prefettura –ha detto Ambrosini- è un pessimo sigillo sulla nostra città che sancisce definitivamente la mia rottura con il Pdl arcorese il quale peraltro in questi anni non si è dimostrato all’altezza dell’incarico amministrativo. I rapporti e la mia fiducia nei loro confronti si erano già incrinati con altre scelte che non ho condiviso, come quella dell’impianto di betonaggio”.
Dal prossimo consiglio comunale il presidente del consiglio uscirà dal gruppo del Pdl e confluirà nel gruppo misto, restando però nel suo ruolo istituzionale che ritiene “di aver ricoperto in modo imparziale, nell’interesse della cittadinanza”. Le ricadute politiche sono significative. Dopo la rottura, sabato mattina Ambrosini ha annunciato la sua candidatura a sindaco con l’associazione PopArc, fondata solo pochi mesi fa, associazione che ora si trasforma in movimento politico e lista. «Ma non lo faccio certo perché il Pdl non ha candidato me – avverte – Mi candido perché i rapporti nel partito ha livello locale erano diventati insostenibili». Tre i punti dello strappo con il Pdl: il progetto per l’impianto di bitumi, il piano per l’ex Falck e la gestione dei lavori in via Roma.
Valeria Pinoia