Monza – «Tutti ci siamo resi conto che qualcosa non sta funzionando già da tempo, ma dobbiamo seguire un rigido protocollo. Per il momento abbiamo sospeso il funzionamento a pieno regime del master plan 1B che riguarda il trattamento dei fanghi, in attesa che venga abbattuto il problema». Il problema, così come è stato spiegato in modo tecnico e dettagliato da Francesco Zangobbi, direttore generale di Alsi, e Luigi Comi, direttore dei lavori di ristrutturazione dell’impianto, è il cattivo funzionamento dell’impianto di abbattimento degli odori, causa del pestilenziale odore che da giorni avvolge San Rocco. C’è quindi il mancato rispetto delle prestazioni richieste all’azienda che ha vinto l’appalto per l’ammodernamento dell’impianto dietro alla nuova e sgradevole ondata di miasmi, amplificati nei giorni scorsi dall’eccezionale e prematuro arrivo del caldo intenso.
«Il progetto che è stato scelto dalla commissione esaminatrice nel 2008 era stato ritenuto sufficiente per garantire i requisiti richiesti – ha aggiunto Zangobbi -. Poi però ogni impianto deve essere testato una volta installato, proprio come avviene per il rodaggio delle auto. E questo è un momento di rodaggio. Il contenimento del volume dei fanghi sta funzionando, il problema riguarda la macchina per l’abbattimento degli odori. Non si può però pretendere che un macchinario tanto complesso possa funzionare subito. Erano quindi previsti degli aggiustamenti. Da parte nostra non ci sono stati errori o incapacità – ha aggiunto Zangobbi rispondendo così alle accuse mosse dai residenti presenti in sala – stiamo procedendo come da protocollo».
Tra le proposte avanzate dal tavolo dei consiglieri c’era quella di un ipotetico nuovo impianto che potrebbe essere progettato a monte di quello attuale, vecchio di sessant’anni, che smaltisce ogni giorno 225mila metri cubi di liquami. Un’idea impraticabile stando ai tecnici di Alsi che hanno ricordato come l’impianto di San Rocco sia stato nel tempo adeguato dal punto di vista tecnico, proprio per rispondere alle nuove esigenze dettate da un incremento notevole del volume dei liquami. Spiegazioni tecniche che però non hanno soddisfatto i residenti, delusi e arrabbiati. «L’avviamento dell’impianto dopo il termine dei lavori finirà entro il mese di aprile – ha aggiunto Comi – poi la fase di gestione diretta passerà a chi ha costruito l’impianto, e si potrà vedere se persistono ancora i disagi causati dal cattivo funzionamento del trattamento dei fanghi».
s. val.