Brugherio – Un mucchio di pietre e il duomo di Firenze hanno qualcosa di comune: stanno entrambi fermi, in equilibrio statico. Dove sta la differenza? La differenza tra i due è la percezione estetica della statica. E’ un passo del racconto “La percezione stetica della politica” che è valso il primo premio al concorso internazionale Giorgio La Pira al suo autore, il brugherese Luciano Rossi, e che verrà pubblicato da Greco&Greco.
Ingegnere, già dirigente di grandi gruppi industrali, s’è distinto anche in campo letterario. Negli ultimi cinque anni ha vinto quaranta primi premi di narrativa, poesia e teatro in Italia, Francia , a New York e Melbourne. Nel cuore la figura del suo maestro, Gilonna.
«Ero un ragazzino di dieci anni. Lui era il mio maestro delle elementari – ci spiega. Dai racconti di mia mamma ho appreso che era un professore ebreo cacciato dall’università ed anche confinato. Finì a fare il maestro perchè non c’erano più professori negli anni ’44-45: chi era al fronte, chi scappato». Una persona che amava la vita e sapeva comunicare la sua passione.
«Gilonna mi ha fatto capire che si può concepire tutto esteticamente. Che non significa ‘in modo astratto’. Per me, ad esempio, hanno vissuto la politica con questo approccio personaggi come De Gasperi, Moro, La Pira: persone che sono passati indenni anche attraverso momenti bui ed avendo a che fare con l’esigenza di governare. Politica come servizio puro. L’insegnamento del maestro Gilonna è quanto mai attuale oggi».
Antonello Sanvito