Monza – Tutto da rifare al processo per l’omicidio di Lea Garofalo, l’ex collaboratrice di giustizia sciolta nell’acido in un deposito di materiale edile a poca distanza dal cimitero di San Fruttuoso. A due anni esatti dalla scomparsa della donna, è arrivata la notizia che ricomincia da capo il processo che vede imputati l’ex compagno della donna Carlo Cosco, i fratelli di quest’ultimo, Vito e Giuseppe, Rosario Curcio, Carmine Venturino e Massimo Sabatino.
Il Presidente della Corte Filippo Grisolia infatti, è stato nominato Capo di Gabinetto del neo ministro della Giustizia Paola Severino. La nuova nomina, è dunque incompatibile con il precedente incarico. Per questo, una volta effettuata la sostituzione dell’organo giudicante, il processo ricomincia da capo.
Lea Garofalo era stata uccisa in quel modo perché aveva scelto di dissociarsi dalla vita dell’ex compagno, affiliato alla ‘ndrangheta, scegliendo di parlare con i magistrati delle attività illegali di cui era venuta a conoscenza negli anni di convivenza con Carlo Cosco. Al processo, aveva già testimoniato Denise Cosco, la figlia della coppia, che oggi vive sotto protezione, e che in aula si è definita “orgogliosa testimone di giustizia”.
F. Ber.