Monza – Una cattedra per promuovere «gli studi medievali e immettere nuova linfa nella cultura italiana e internazionale». Con queste parole è stata inaugurata all’ateneo pontificio Regina Apostolorum di Roma, la cattedra di Alti studi medievali intitolata allo studioso monzese Marco Arosio, scomparso nel 2009. Un riconoscimento e un attestato di stima allo storico, già docente tra il 1992 e il ’95 dell’università romana e che proprio lì avrebbe dovuto tornare a insegnare nel 2009.
«La creazione della cattedra premia la vita di un uomo e di uno studioso cristiano – è stato detto durante la cerimonia di inaugurazione, che si è svolta alla presenza di Alessandro Ghisalberti, docente di Storia della filosofia medievale all’università Cattolica di Milano – è il riconoscimento della sua attività, della sua cospicua e diversificata produzione scientifica, degli apporti rari delle ricerche da lui compiute, dello spessore umano testimoniato da chiunque lo abbia incontrato».
Una cattedra che si pone anche obiettivi concreti, iniziative pensate per ricordare il professor Arosio attraverso la promozione di ciò che amava di più: lo studio. Sono nati dunque contestualmente alla fondazione e all’inaugurazione del corso di Alti studi medievali anche in fondo libraria aperto, il premio «Marco Arosio», inoltre è stata avviata la pubblicazione di libri e articoli dello stesso Arosio e sarà attivato anche un corso semestrale di studi medievali organizzato dalla cattedra. Per il secondo e terzo ciclo di filosofia.
Un momento toccante, la cerimonia di inaugurazione, durante la quale è intervenuto anche Franco Arosio, il padre di Marco, che ha voluto ricordare le stesse parole pronunciate da Marco in occasione della cerimonia di conseguimento del dottorato di ricerca ottenuto con lode, e che ha visto proprio il professor Ghisalberti nelle vesti di relatore della tesi. «Quanto imparato e l’esperienza acquisita non verranno mai meno – diceva Marco Arosio -; costituiscono un prezioso tesoro accumulato in anni eccezionali, di sacrifici e impegno totalizzante, ormai parte di un vissuto esistenziale che desidera solo realizzare il progetto, speriamo non solo un sogno, di dedicare la propria esistenza alla ricerca in ambito universitario».
Parole che, a due anni dalla sua scomparsa, suonano come una sorta di testamento spirituale, la dichiarazione d’amore incondizionata di uno studioso verso la sua materia. La cerimonia di inaugurazione si è conclusa con la presentazione del primo volume della collana intitolata a Marco Arosio. E non poteva che essere dello stesso Arosio il primo testo pubblicato: «Aristotelismo e teologia. Da Alessandro di Hales a san Bonaventura».
Sarah Valtolina