Villasanta – Condanne in vista per due dei sei imputati coinvolti nell’inchiesta sull’eco disastro della Lomabrda Petroli, giunta ora alla richiesta di rinvio a giudizio, formalizzata dai sostituti procuratori di Monza Emma Gambardella e Donata Costa. Agli atti risultano due richieste di patteggiamento, alle quali la procura avrebbe dato assenso, da parte di Maurizio Viganò e Alfredo Pilotti, di 58 e 59 anni (difesi dagli avvocati Lucilla Tassi e Gigliola Schiraldi, di Milano) imputati di reati fiscali in qualità di incaricati di tenere la contabilità della Lombarda Petroli spa, l’ex raffineria di Villasanta da cui fuoriuscirono, dopo un sabotaggio, tonnellate di idrocarburi finite nel Lambro.
Due patteggiamenti a pene sotto i due anni, dunque, per le contestazioni di natura fiscale (violazione della normativa sul pagamento delle accise), emerse dopo la scoperta di una “contabilità parallela” della società villasantese da parte degli inquirenti. Si profila invece la discussione in udienza preliminare, e il possibile rinvio a giudizio, per quanto riguarda l’imputazione principale, quella di disastro doloso, contestata a Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, a Vincenzo Castagnoli (in qualità di responsabile tecnico) e a Giorgio Crespi (a cui viene contestata un’omessa vigilanza, essendo all’epoca del fatto il custode del deposito di Villasanta).
Un disastro che, il 23 febbraio di due anni fa, provocò “la fuoriuscita di almeno 1600 tonnellate di gasolio, e almeno 812 tonnellate di olio combustibile”, secondo le contestazioni della procura, e che sarebbe stato provocato per non incappare nelle sanzioni dell’Agenzia delle Dogane. Sempre stando alle accuse, gli imputati (ad eccezione dell’ex custode) “riempivano i serbatoi di acqua in occasione dei controlli dei funzionari dell’agenzia delle dogane, allo scopo di simulare la giacenza di prodotti in realtà già usciti dal deposito”. Uscite che non sarebbero state registrate nella contabilità ufficiale e su cui non sarebbero state pagate le tasse.
Stando alle tesi accusatorie (respinte sempre con decisione da parte dei cugini Tagliabue) il funzionario delle Dogane di Milano sarebbe stato “distratto” nelle operazioni di misurazione dai dipendenti Lombarda. Lo stesso funzionario era stato indagato per corruzione, anche se la sua posizione è stata archiviata. Falso in atto pubblico e danneggiamento, infine, sono gli altri reati contestati. L’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Monza, non è ancora stata fissata. Molti gli enti che, in questi ultimi mesi, hanno dichiarato di volersi costituire parte civile.
Federico Berni