Risorgimento, sei donne di pace: un itinerario in Brianza le svela

Sei donne del Risorgimento, sei donne di pace: contro la guerra, in aiuto ai deboli. Un itinerario in Brianza ce le fa riscorprire: sono Laura Solera, Madre Serafina, Orsola Robecchi Susani, Charlotte del Belgio, Valérie De Gasperin e Marie Siegfried. La guida in un libro di Roberto Albanese
Risorgimento, sei donne di pace: un itinerario in Brianza le svela

Monza – Laura Solera, Madre Serafina, Orsola Robecchi Susani, Charlotte del Belgio, Valérie De Gasperin e Marie Siegfried. Sono queste donne del Risorgimento, donne di pace, nomi non a tutti noti, ma ora inseriti in questo che è diventato un vero e proprio “Itinerario storico-turistico”.

L’itinerario parte da Monza, più esattamente ai giardini della Villa Reale tanto amati da Charlotte del Belgio, viceregina del Lombardo Veneto, dal 1857 al 1859 risedette nella Villa Reale. Insieme al marito, Massimiliano d’Asburgo, nel 1859 tentò invano, di scongiurare la guerra. Lasciata la Lombardia, curò i militari feriti, austriaci, italiani, francesi a Trieste.

Dalla Villa Reale ci si sposta verso il centro città, percorrendo via Carlo Alberto, si passa davanti all’Arengario, fino ad arrivare al Liceo Zucchi in piazza Trento e Trieste, un tempo seminario anche adibito a ospedale militare. Di qui, l’itinerario si dirige verso il convento delle Sacramentine in via Maddalena, fondato da Madre Serafina, religiosa che nel 1859 si prodigò nel soccorso ai feriti.

L’itinerario ritorna verso piazza Trento e Trieste, la tappa successiva, per l’esattezza è in via Zucchi, presso il Palazzo Mantegazza in via Zucchi. Qui visse, con i suoi figli, Laura Solera, sposata in Mantegazza, definita “la garibaldina senza fucile”, protagonista delle Cinque giornate di Milano. Lo stesso Giuseppe Garibaldi nel 1873 raccontò che durante la battaglia di Luino del 15 agosto del 1848, Laura Solera guidò una spedizione di barcaioli per raccogliere i feriti della battaglia, sia italiani che austriaci, che accolse nella sua villa di Cannero, sul lago Maggiore.

Da via Zucchi ci si dirige verso la chiesa di San Biagio, già ospedale militare. Nei pressi, in via Prina, si trova il Collegio Bianconi, le cui studentesse, nel 1859 si prodigarono nella cura dei feriti. Una sosta è d’obbligo anche presso il Roseto della Pace, voluto dall’associazione Green Man in ricordo delle vittime civili del bombardamento del 1916 e dedicato a Teodoro Moneta, unico italiano ad aver ricevuto il premio Nobel per la pace.

Da via Prina e dal quartiere San Biagio l’itinerario suggerisce il ritorno verso i giardini della Villa Reale, ammirati dalla contessa svizzera Valerie De Gasparin, scrittrice pacifista che organizzò l’invio di soccorsi in Lombardia in risposta all’appello del compatriota Henri Dunant.

Passando attraverso il Parco si giunge a Villasanta, esattamente a villa Camperio, ora biblioteca civica e un tempo dimora di Marie Siegfried; nata in Lorena, fu contraria nel 1870 alla guerra tra francesi e prussiani e si dedicò alla cura dei soldati feriti. Poi, sposatasi con Manfredo Camperio,  proseguì il suo impegno umanitario in Italia.

L’itinerario ritorna nel parco, percorrendo poi il sentiero che costeggia la sponda destra del fiume Lambro. Ad Albiate si sposta sul versante opposto, proseguendo verso Rancate di Triuggio, qui, di fronte al Santuario dell’Assunta, ecco l’ultima tappa dell’Itinerario delle donne di pace: la villa Susani, dimora di Orsola Robecchi Susani. Donna di carattere, si spese nell’organizzazione dell’assistenza presso l’ospedale militare milanese di Santa Maria di Loreto.
Giusy Taglia