Lissone – ‘Non ricordarli sarebbe come ucciderli due volte’ la frase di don Luigi Ciotti è stata pronunciata a più riprese durante la manifestazione per la giornata del ricordo e dell’impegno per le vittime della mafia. «Giornata dell’impegno – ha sottolineato il sindaco Concetta Monguzzi – significa che è compito di tutti fare qualcosa. Non possiamo pensare che la mafia ci sia sempre stata e sempre debba esistere. E non possiamo pensare che sia una cosa lontana, perché anche qui da noi si è radicata con effetti disastrosi».
Presente il prefetto di Monza, Giovanna Vilasi, le associazioni d’arma, i Vigili del Fuoco, Croce Verde e Protezione civile. I ragazzi delle scuole lissonesi medie e superiori hanno letto i nomi degli uccisi dalla mafia e hanno applicato i biglietti sul muro di palazzo Terragni, insieme a loro anche gli adulti, dal luogotenente dei carabinieri Coco a don Tiziano Vimercati, un rappresentante del Gruppo Alpini, membri dell’amministrazione.
Alza bandiera al suono del ‘silenzio’ e poi ancora testimonianze lette dai giovani: la lettera a Paolo Borsellino, una pagina di Roberto Saviano, i dieci comandamenti scritti dalle donne di Palermo sulle lenzuola bianche stese dopo la strage di Capaci «Non cedere alle intimidazioni, non accettare l’illegalità dei piccoli gesti quotidiani, non tacere». Perfettamente applicabile ai giorni nostri il discorso di Pericle agli ateniesi citato da Monica Borgonovo in conclusione.
Cristiana Mariani