Gavazzi incontra i magistrati«Con Seregnopoli non c’entro»

Un'ora e mezza di faccia a faccia col magistrato, per difendersi dalle accuse di aver preso tangenti per trasformare due aree urbane da industriali a residenziali, e quindi edificabili. Attilio Gavazzi, ex assessore all'urbanistica del Pdl, si chiama fuori da Seregnopoli.
Gavazzi incontra i magistrati«Con Seregnopoli non c’entro»

Seregno – Un’ora e mezza di faccia a faccia col magistrato, per difendersi dalle accuse di aver preso tangenti per trasformare due aree urbane da industriali a residenziali, e quindi edificabili.
Risale alla scorsa settimana l’interrogatorio di Attilio Gavazzi, ex assessore all’urbanistica del Pdl, raggiunto il mese scorso da un avviso di garanzia per il reato di corruzione. La conferma arriva direttamente dall’avvocato Raffaele Della Valle, difensore di Gavazzi, che però non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’incontro tra il suo assistito e il sostituto procuratore Donata Costa, titolare assieme alla collega Manuela Massenz dell’inchiesta sull’urbanistica seregnese. Il penalista monzese, si è limitato a dire che l’interrogatorio si è svolto in un clima di «serenità e massima collaborazione».

Secondo quanto trapela da palazzo di giustizia, durante il colloquio col pm, richiesto dallo stesso Gavazzi, quest’ultimo avrebbe cercato di chiarire la propria posizione ribadendo quanto dichiarato e pubblicato su queste colonne il mese scorso, ossia la propria «estraneità ai fatti contestati», oltre alla «correttezza» del suo operato. Gavazzi, insomma, avrebbe respinto le accuse dei pm, che stanno indagando su due piani integrati di intervento nelle aree ex Camisasca, ed ‘ecomostro’ in via delle Grigne. Secondo le accuse, Gavazzi e l’ex capogruppo in consiglio comunale Ugo Calò, anch’egli del Pdl, avrebbero percepito tangenti per far approvare la modifica della destinazione d’uso delle aree in questione, da industriale a residenziale.
Nel caso dell’ex cotonificio Camisasca, Gavazzi avrebbe percepito illecitamente 230mila euro dall’imprenditoreCarmelo Giordano (già eletto consigliere comunale per la Lega a Cesano Maderno) e dall’altro impresario Salvatore Barba, attraverso la mediazione del genero Andrea Attolini, che poi era anche il professionista incaricato della stesura del progetto edilizio. L’accordo originario, però, prevedeva secondo i pm monzesi una tangente complessiva di 330mila euro. In relazione all’altra area dismessa di via delle Grigne, si ipotizza invece una ‘mazzetta’ da 34mila euro.

Tra i presunti corruttori, ci sarebbero anche Calogero Licata Caruso, e Felice Tagliabue. Ad accomunare questi due personaggi, il fatto di essere uomini di Paolo Vivacqua, l’imprenditore ammazzato a Desio nel 2011 che sarebbe stato il reale beneficiario dell’accordo in qualità di proprietario dell’area che, grazie alla variante del piano regolatore, avrebbe incrementato il suo valore. Caruso e Tagliabue, peraltro, sono stati condannati venerdì scorso nell’ambito del processo ‘Carate Nostra’, un’altra vicenda di corruzione legata al mattone che ha travolto il comune di Carate Brianza, nata spulciando tra le carte dell’ufficio in cui è stato ucciso Vivacqua.
Federico Berni