Il Cai scomunica la Rai e la fiction«Sconvolta la realtà del K2»

Proprio non è piaciuta la fiction della Rai “K2, la montagna degli italiani”: non è piaciuto come è stata ricostruita l'impresa del '54 e come è stata tratteggiata la figura di Walter Bonatti. Dopo le critiche, la lettera di Rossana Podesta e Reinhold Messner, è arrivata anche la scomunica del Cai.
Il Cai scomunica la Rai e la fiction«Sconvolta la realtà del K2»

Monza – Il Cai nazionale scomunica Rai uno: no, “K2, la montagna degli italiani” non è la montagna degli italiani. «Presa visione della docu-fiction,andata in onda il 18 e il 19 marzo, il Cai si dissocia dal coinvolgimento nella produzione del filmato. Il Sodalizio aveva dato la propria adesione, con la concessione gratuita di spezzoni del film originale del K2, a condizione di aver “facoltà di controllo e di verifica dei contenuti del filmato, nonché adozione da parte della Red Film, degli eventuali correttivi ove si riscontrino discordanze rispetto alla verità avallata ufficialmente dal Club alpino italiano col documento ”K2:una storia finita”».
Facoltà mai concessa, il Cai ha potuto conoscere i contenuti della malafiction a prodotto finito e nell’imminenza della programmazione Rai. Due le questioni che, per il Cai, contrastano palesemente con i contenuti dei filmati. Eccoli nella nota ufficiale. Primo,«il ruolo del Cai nell’organizzazione e nel finanziamento della spedizione: la spedizione al K2 del 1954 è stata la spedizione nazionale del Cai al Karakorum, come comprovato dalla documentazione storica, e non la spedizione di Ardito Desio e del Cnr».
Secondo, «la revisione storica della vicenda relativa al ruolo di Bonatti e Mahadi nelle fasi finali della ascensione risale al gennaio 1994. La revisione fu operata da Silvia Metzeltin e da Alessandro Giorgetta, avallata da Walter Bonatti. Particolarmente rilevante è il fatto che la revisione venne realizzata e pubblicizzata quando i protagonisti principali della vicenda erano in vita,e dai quali non si ebbe alcuna reazione. Posizione successivamente ribadita dal documento di presentazione della relazione dei Tre Saggi nell’aprile 2004 al consiglio centrale del Club, in cui si dichiara che la relazione non modifica ma conferma formalmente quanto contenuto nel documento del 1994. Tale realtà non trova riscontro nei titoli di chiusura del filmato che si riferiscono unicamente alla azione di conferma del 2004».

La conclusione: «Il Cai ribadisce la sua assoluta estraneità nella partecipazione alla regia e alla collaborazione ai fini della scenografia, ambientazione e ricostruzione delle vicende rappresentate in quanto non corrispondenti alla realtà storica e documentale,riservandosi ogni altra azione nelle sedi che riterrà opportune per la tutela dell’immagine del Cai». Cioè: non finisce qui.

In precedenza, dura presa di posizione anche di Rossana Podestà, compagna di una vita per Bonatti, e dell’alpinista Reinhold Messner. In una lettera congiunta, insieme a  Luigi Zanzi (uno dei “tre saggi” della relazione Cai del 2004), hanno scritto: «Purtroppo è stata resa “piccola” anche la più grande impresa dell’alpinismo italiano. Una miniserie può liberamente proporsi di integrare con invenzioni l’evocazione di una persona: ma è inaccettabile che giunga a renderne grottesca, risibile e contraria al vero l’immagine, come nel caso di Bonatti, che risulta opposta a quella autentica».