Monza – «A questo punto possiamo risparmiare solo sul personale, perché non abbiamo più nulla da tagliare».
L’assessore provinciale al Bilancio Alberto Grisi guarda sconfortato i conti che non tornano a causa delle pesanti manovre imposte dagli ultimi governi: «Nel giro di poche settimane – afferma – abbiamo ridotto i dirigenti da dodici a otto e da maggio perderemo anche il responsabile del settore finanziario che ora si divide tra noi il comune di Seregno. In questo modo risparmieremo circa 500.000 euro l’anno a cui si aggiungono 1.700.000 euro relativi ai diciassette dipendenti che nel 2012 hanno chiesto il trasferimento, sono andati in pensione o sono scomparsi e che non sono stati sostituiti».
Da tempo, aggiunge l’amministratore, alcuni assessori hanno rinunciato ai collaboratori previsti dalla norma, ma se non andrà in porto la vendita delle azioni Serravalle l’ente non potrà realizzare alcun progetto.
Quel che sembra certo è che Grisi non intende seguire l’esempio della Provincia di Torino che per ridurre le bollette di luce e riscaldamento ha deciso di non aprire le sue sedi il venerdì pomeriggio: «La palazzina di via Grossi – riflette – non è molto dispendiosa e tra poco in piazza Diaz e a Limbiate i costi caleranno con lo spegnimento dei caloriferi. Per risparmiare dovremmo chiudere le palestre scolastiche il pomeriggio e la sera, ma non vogliamo farlo: se un ente pubblico non riesce a funzionare, meglio che restituisca le chiavi ».
In Provincia, commenta, terranno duro fino all’approvazione del Piano territoriale di coordinamento poi valuteranno il da farsi: «Se non potremo lavorare – aggiunge – sarà meglio dimettersi e lasciare il presidente nel ruolo di commissario».
Sulla scia dei tagli a tutti costi c’è chi rischia di cadere nel ridicolo: l’ufficio di presidenza del Pirellone ha deciso che i consiglieri lombardi dovranno pagare caffè, cappuccino e brioche a prezzo pieno al bar della Regione. Peccato, però, che i 68 centesimi chiesti alla cassa per la tazzina siano fissati dalla convenzione con la società che fornisce il servizio e che dovrà accantonare in un fondo di solidarietà la differenza tra il prezzo pieno e quello calmierato.
Per i dipendenti, però, non cambierà nulla perché continueranno a far colazione a prezzo scontato: «Le povere bariste – commenta Stefano Carugo del Pdl – dovranno tenere il conto di quanti consiglieri servono per poi versare la differenza. Immaginatevi cosa accadrà quando il locale sarà affollato: non è certo con il caffè che si salva il mondo. Ormai la gente ci considera tutti cialtroni, ma questa misura è ridicola: potremmo pagare anche tre euro, ma servirebbe solo ad alimentare il clima anticasta e a rincorrere i grillini. Pochi centesimi come possono incidere su un bilancio di 23 miliardi di euro?».
Il suo collega di partito Fabrizio Sala usa l’arma dell’ironia: «In un momento così drammatico – dichiara – in cui rischiano di finire i fondi per la cassaintregrazione in deroga lascio dipanare ad altri problemi così difficili».
Nelle prossime settimane, intanto, potrebbe essere discusso il progetto di legge per la soppressione dei contributi a favore dei gruppi consiliari.
Monica Bonalumi