Quella che a prima vista appariva come una giornata di lavoro come tante, e che tutto sommato fin lì lo era stata, ha rischiato di trasformarsi in dramma martedì per il titolare del ristorante-pizzeria «Prezzemolo» di via Garibaldi 114. L’uomo, un cinese di 34 anni in Italia ormai da tre lustri e residente in città, alle 16 stava tornando a casa dopo aver fatto la spesa nel cash&carry «Altasfera» di via Parma a Varedo, quando un’Audi A3 condotta da due uomini, uno dei quali con il volto parzialmente coperto ed entrambi armati di una pistola, ha tamponato la sua utilitaria, costringendolo ad arrestarne la corsa.
L’aggressione e gli insulti
Appena sceso, il ristoratore è stato aggredito dai banditi, che prima lo hanno insultato e quindi hanno cercato di strattonarlo, forse per trascinarlo all’interno del loro veicolo. Di fronte alla resistenza dell’uomo, uno dei due ha sparato per terra, allo scopo probabilmente di intimorire la sua vittima, ed ha poi utilizzato il calcio dell’arma per colpire ripetutamente al volto il suo malcapitato dirimpettaio, che subito dopo è stato derubato del portafogli, di una catenina e di un anello che aveva con sé. Il valore del bottino, da quel che si è appreso, ammonterebbe almeno ad un paio di migliaia di euro. Tutto sommato contenute, viste le premesse sopracitate, sono state le conseguenze fisiche per l’uomo, che è stato in un secondo momento trasportato all’ospedale di Garbagnate Milanese per le medicazioni del caso: sul suo volto sono tuttavia ancora evidenti una forte contusione all’altezza dell’occhio sinistro, talmente gonfio nell’immediato da risultare completamente chiuso, e ferite varie sulla fronte, per le quali sono occorsi alcuni punti di sutura.
Dieci giorni di prognosi
Per lui, la prognosi è di una decina di giorni. Sull’episodio, indagano i Carabinieri della Compagnia di Desio. «Ho avuto molto paura -ha confessato il ristoratore a chi successivamente gli ha chiesto cosa fosse accaduto, domandando riservatezza ai giornalisti che si sono recati a trovarlo- Credo di aver pagato dazio alla sfortuna, perché quel che è capitato a me avrebbe potuto verificarsi a chiunque fosse uscito dal punto di vendita subito prima o subito dopo». I particolari di quegli attimi concitati sono ben impressi nella sua mente: «Ho notato in un secondo l’aggressività di chi mi stava di fronte, tanto che appena sceso dalla macchina i due hanno cominciato ad inveirmi contro. Non so dire se fossero italiani o stranieri, ma comunque parlavano correttamente la vostra lingua». La ricostruzione fa pensare che i due rapinatori siano delinquenti abituali: per entrare in azione, hanno aspettato che il loro bersaglio si allontanasse dal cash&carry, così da evitare che la scena dell’assalto potesse essere ripresa dalle sue telecamere per la videosorveglianza esterne.