Agrate, la storia del cane Mika Salvato dal traffico illegale dall’Est

Tre arresti e nove denunce, dopo un lavoro investigativo di due anni, hanno stroncato un traffico di cuccioli di cane dall’Est Europa. L’Operazione Maky della Guardia forestale. E Maky altro non è che il nome (anche se sbagliato) di un cagnolino che ha trovato la sua nuova vita ad Agrate Brianza.
Agrate Brianza, la famiglia Oggioni con Mika (dell’Operazione Maky)
Agrate Brianza, la famiglia Oggioni con Mika (dell’Operazione Maky) Paola Farina

La scorsa settimana tre arresti e nove denunce, dopo un lavoro investigativo di due anni, hanno stroncato un traffico di cuccioli di cane dall’Est Europa. L’Operazione Maky condotta dal Corpo forestale di Lodi ha permesso di identificare il gruppo di persone italiane (tra cui un veterinario) che sulla tratta degli animali era arrivato ad accumulare guadagni di un milione all’anno. E Maky altro non è che il nome (anche se sbagliato) di un cagnolino che ha trovato la sua nuova vita ad Agrate Brianza.

La storia – Ottantotto i cuccioli sequestrati e salvati nel corso delle indagini, avviate nel 2012: animali di varie razze (dai chihuahua ai pastori tedeschi) che venivano stipati in scatole di cartone o gabbie per polli dentro il bagagliaio delle auto prese a noleggio e trasportati dall’Ungheria all’Italia. Seviziati e sottoposti a trattamenti sanitari inutili e dannosi, per mascherare eventuali patologie e l’età (minore rispetto a quella dichiarata per la vendita). Qualcuno moriva durante il trasporto, qualcuno appena dopo la vendita. Ma il guadagno era assicurato.

Chi è Maky/Mika – Uno di questi ottantotto è Mika, che nel nome dell’operazione è diventato Maky. Era stato trovato in gravi condizioni, salvato dall’intervento della Forestale. Infine dato in affidamento, sotto la tutela dei giudici, a una famiglia che lo scorso giugno gli ha aperto le porte di casa. Alberto Oggioni di Agrate Brianza, la moglie Daniela e i figli Riccardo, Stefania e Corrado hanno accolto il nuovo arrivato (il primo cane per tutti). Che, dopo le paure iniziali, si è ambientato fino a diventare il “quarto figlio”.

Una rivoluzione che è piaciuta a tutti: “Riempie il giardino di buche e in casa combina spesso qualche danno – hanno raccontato nell’intervista al Cittadino in edicola (vai all’edizione digitale) – Ma ne vale la pena. Ci fa sempre le feste, si alza sulle zampine, è contento”.