La battaglia di Croce Castiglia per il reato di omicidio stradale

Lo chiede da tempo e ha affidato i suoi pensieri anche al Cittadino. È la battaglia di Croce Castiglia nella memoria del figlio Matteo La Nasa per l’istituzione del reato di omicidio stradale: «È una vergogna che una vita umana valga meno del gossip».
Continua la battaglia di Croce Castiglia per l’istituzione del reato di omicidio stradale
Continua la battaglia di Croce Castiglia per l’istituzione del reato di omicidio stradale Fabrizio Radaelli - archivio

Lo chiede da tempo, continua a chiederlo e ha affidato i suoi pensieri anche al Cittadino. È la battaglia di Croce Castiglia per l’istituzione del reato di omicidio stradale: Matteo La Nasa, suo figlio, è morto proprio per le conseguenze di un incidente.

«È veramente una vergogna che una vita umana valga solo 3 anni e 4 mesi di carcere. Noi i nostri figli non li avremo mai più indietro, l’Italia è uno Stato cui non importa nulla dei propri cittadini e del loro dolore. In più se dei 3 anni e 4 mesi di condanna sconterà nove mesi di carcere sarà già tanto».


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È lo sfogo alla notizia della condanna del pirata della strada che ha travolto e ucciso lo scorso 10 luglio la sedicenne Beatrice Papetti a Gorgonzola. Matteo La Nasa era stato ucciso da un automobilista mentre era seduto al tavolino di un bar a Lecco. E Croce Castiglia è la fondatrice dell’associazione “Matteo la Nasa onlus” che dalla scomparsa del figlio combatte per l’istituzione dell’omicidio stradale come reato penale.

«Tutti fanno sempre molte promesse, ma gli interessi economici sono tali che la legge non viene mai istituita, perché una legge così giusta non passa? Semplice, perché le lobby non vogliono che passi questo reato. Mi spiego meglio: se fosse ritirata la patente a un pirata della strada per dieci anni, non dovrebbe pagare l’assicurazione o non comprerebbe una nuova macchina. Mi spiace dirlo ma gli interessi in causa sono tali che la legge farà molta fatica ad essere approvata ma io ci spero sempre».

Poi continua nel suo attacco alle istituzioni: «L’Italia è un paese dei paradossi dove una persona che ruba una mela al mercato sconta più giorni di carcere rispetto ad una che uccide qualcuno in un incidente stradale. Guardate Fabrizio Corona: per delle foto scattate a dei vip sta scontando più giorni di carcere di un colpevole di omicidio stradale».

Dopo l’impegno di inizio anno dell’allora ministro Cancellieri, dal suo arrivo a Palazzo Chigi ora è il nuovo presidente del consiglio Matteo Renzi a parlare di omicidio stradale.

«Altre associazioni stanno raccogliendo firme in tutta Italia per dimostrare ai politici quante persone sarebbero favorevoli alla legge. Tre anni fa, quando è iniziata la petizione, Renzi era sindaco di Firenze e fu il primo a firmarla, ora non può tirarsi indietro lo deve a noi e ai nostri famigliari che non ci sono più».

Intanto Croce Castiglia continua la sua battaglia di sensibilizzazione nelle scuole di tutta Italia.