Hanno cercato di forzare la porta di un appartamento in viale Monza a Giussano, ma la proprietaria li ha visti e ha chiamato i carabinieri. L’epilogo è stato l’arresto di due italiani di etnia sinti residenti nel piemontese e il recupero di una precedente refurtiva. Ha colto nel segno la collaborazione tra cittadini e Arma dei carabinieri.
Martedì 9 febbraio i topi d’appartamento sono rimasti a bocca asciutta. Erano le 17, quando in un condominio di viale Monza una donna di cinquant’anni ha sentito mettersi in moto l’ascensore. L’elevatore è salito al suo piano, ma stranamente sul pianerottolo non c’era nessuno. La donna ha deciso di prestare maggiore attenzione, notando delle ombre e la luce di una torcia. Ha fatto subito la cosa giusta: prendere il telefono e chiamare i carabinieri.
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In pochi istanti attorno al condominio si sono distribuiti diversi mezzi di servizio della compagnia di Seregno. Il primo ad arrivare in posto è stato quello dei militari di Verano Brianza. Sono stati i carabinieri veranesi a notare due uomini uscire dall’androne del palazzo. Bloccati, nelle tasche avevano cacciaviti, grimaldelli, guanti, torcia, piede di porco insomma tutto il necessario per compiere un’effrazione e consumare un furto. Non lontano dal condominio avevano parcheggiato la loro auto, una Lancia Delta che risulterà poi essere intestata a una donna di Biella.
Il veicolo celava dei gioielli come bracciali, collane, anelli e persino una fede nuziale. Il sospetto degli inquirenti è che siano il compendio di furti in appartamento commessi magari in Brianza.
I gioielli sono stati fotografati: chi li riconoscesse, può contattare i carabinieri della compagnia di Seregno al numero di telefono 0362 275700.
Il materiale, attrezzi da scasso compresi, è stato posto sotto sequestro e i due complici sono stati condotti in caserma. Si tratta di R.G., 32 anni, di Biella già noto alle forze dell’ordine e di G.L. 43 anni, pluripregiudicato residente a San Carlo Canavese in provincia di Torino. Entrambi sono italiani, rom di etnia sinti.
Arrestati con la duplice accusa di tentato furto e ricettazione in concorso, nella mattinata di mercoledì 10 febbraio sono stati processati. Hanno dato piena disponibilità a risarcire il danno alla cinquantenne giussanese, avevano infatti iniziato a forzarle la porta di casa, e hanno chiesto il rito abbreviato. Torneranno alla sbarra a marzo, intanto sono in regime degli arresti domiciliari.