«Come affrontare i compiti delle vacanze?»

Il problema dei compiti delle vacanze. Risponde Giulia Casiraghi, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
Scuola compiti delle vacanze  - foto freepik - it.freepik.com
Scuola compiti delle vacanze – foto freepik – it.freepik.com

Mio figlio di 10 anni non riesce ad organizzarsi quando fa i compiti, si distrae e si ritrova tutti i compiti estivi alla fine e spesso discutiamo.

Buongiorno, dato il periodo estivo è anche comprensibile che il vostro bambino sia meno incentivato a studiare, quindi non mi allarmerei ma guarderei la cosa in un’ottica più ampia.

Potremmo farlo ponendoci alcune domande: questo atteggiamento compromette i risultati oppure gli consente comunque di arrivare al conseguimento del compito? È qualcosa che si verifica in tutti i periodi dell’anno o è isolato al periodo estivo? Si verifica in tutte le materie di studio o solamente in alcune?

Porci queste domande ci permetterà di comprendere meglio le motivazioni, spesso è sufficiente una buona osservazione per trovare da soli delle risposte.

Mettersi su un piano relazionale solamente emotivo è rischioso, può attivare reazioni emotive decisamente meno filtrate che potrebbero rendere spiacevole il momento dei compiti o il confronto fra genitore e figlio, innescando litigi.

Provate a spostarvi su un piano più empatico e di condivisione per far capire al bambino che comprendete la fatica nello svolgimento dei compiti estivi.

Come consiglio generale potreste dividere il lavoro in piccoli obiettivi, separati da pause in cui svolgere delle attività piacevoli per entrambi.

Potreste mettere come obiettivo svolgere un numero di pagine giornaliere concordato prima, dividerle in vari momenti della giornata e in base alla difficoltà degli esercizi farne di più o di meno prima di prendere una pausa.

Nelle pause scegliete prima l’attività insieme, in modo da essere stimolati ad arrivare alla fine degli esercizi, prediligete attività brevi come una partita a carte, dei palleggi o l’ascolto di musica.

Potreste svolgere gli esercizi più complessi insieme, mentre quelli semplici Potrebbe farli da solo, con l’aspettativa che appena terminati ci sarà qualche attività piacevole.

Non possiamo aspettarci che faccia tutto questo lavoro in autonomia, è ancora piccolo, ma aiutatelo a diventare autonomo nell’organizzazione delle sue attività, non fermiamoci solo a guardare se svolge oppure no i suoi compiti, le attività scolastiche sono anche un mezzo per formare i bambini e i ragazzi a diventare grandi, non sono solo contenuti da apprendere.

Giulia Casiraghi *

* Laureata all’Università di Milano Bicocca, è TNPEE – Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Iscritta all’albo professionale dei terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva n°448. Si occupa di età evolutiva, in particolare segue bambini e ragazzi tra zero e 18 anni con disturbi del neurosviluppo. Lavora come libera professionista a Milano e nella provincia di Monza e Brianza. Per info: mail, Facebook, Instagram.