A Cederna il mosaico solidale di Uroburo: un orto e un condominio per i disabili

Negli spazi dell’ex asilo, concessi in comodato d’uso gratuito, l’associazione punta a realizzare un progetto abitativo per i disabili che vogliono sperimentare l’autonomia, affiancati da famiglie e volontari. Ora si può dare una mano anche acquistando le tessere di un mosaico. Intanto i volontari, le persone con disabilità e gli abitanti del quartiere sono già un sodalizio vincente nell’orto GraniDiPepe.
La presentazione del mosaico per Uroburo
La presentazione del mosaico per Uroburo

Tante tessere per un solo progetto: quello della onlus Uroburo e del condominio solidale per persone con disabilità in via Pascarella. Il progetto cammina da tempo, ma il tragitto da compiere è ancora lungo. Così, tra le tante idee nate attorno alla casa, c’è anche un’opera artistica pensata e realizzata per raccogliere fondi per la sua realizzazione. Il “condominio” prenderà corpo negli spazi dell’ex asilo di Cederna e Uroburo, che ha avuto l’idea, si occuperà della ristrutturazione, dopo aver avuto dal Comune, nel 2017, la concessione (nata nel solco della legge sul “Dopo di noi”) a canone zero del diritto di superficie per 30 anni. La nuova raccolta fondi è partita dall’artista Roberta Villa, amica e volontaria di Uroburo, che ha realizzato un mosaico composto da 266 tessere con l’idea di rappresentare in modo originale il progetto abitativo dell’associazione. La fila di piastrelle colorate più esterna fa da cornice e la decorazione con le impronte digitali rende ogni tessera diversa dall’altra. Proprio perché ciascuno può dare un contributo specifico per la realizzazione della casa. E perché chi vi andrà ad abitare porterà le proprie risorse esclusive, la propria unicità.

Uroburo nasce nel 2013, ma la sua storia affonda le radici nella cooperativa sociale Lambro, che dal 1984 si occupa di disabilità e nell’associazione di volontariato QdV, Quelli del Venerdì, realtà che si occupa del tempo libero delle persone con fragilità. E proprio dal contatto diretto con i disabili e le loro le famiglie, è nata la volontà di progettare una casa per disabili intellettivi autosufficienti, per permettere loro di uscire dall’ambito familiare e iniziare, insieme, una vita autonoma. L’ex asilo ospiterà una decina di disabili, in media di 45-50 anni, che vivono attualmente in famiglia, alcuni dei quali già con un impiego. Avranno a disposizione una stanza con due letti ciascuna e spazi comuni. Ma il progetto a che punto è? «Diciamo che siamo immersi nella burocrazia – spiega il presidente di Uroburo Giorgio Giani -. Per metà marzo il progetto tecnico dovrebbe essere pronto. Il precedente, in estate, era stato bocciato. Del resto il bene è vincolato dalla Soprintendenza. Ora dovremmo aver trovato il giusto equilibrio tra il rispetto dei vincoli e le esigenze del nostro progetto». Ma c’è un’altra fase delicata da superare in attesa di vedere i primi lavori all’ex asilo: quella della reperibilità dei fondi per la realizzazione della casa solidale.

Le tessere del mosaico aiuteranno, ma non possono certo bastare. Uroburo punta a partecipare a bandi comunitari e a coinvolgere le famiglie e altre realtà del territorio. Per il primo obiettivo «presenteremo a breve il progetto in Fondazione Cariplo – sottolinea il presidente di Uroburo – per cercare di avere un finanziamento». Per il secondo, il progetto è già a buon punto, perché l’orto collegato, “Grani di pepe”, è da tempo un punto di riferimento per tutto il quartiere: un catalizzatore di buone pratiche di comunità. Intanto ciascuno può “acquistare” una tessera del mosaico (offerta minima 100 euro). In cambio viene consegnata una pergamena che certifica l’acquisto. Il mosaico verrà poi collocato sul muro perimetrale della futura residenza. Le prime tessere sono già state assegnate.

Intanto l’orto “GraniDiPepe” è già un patrimonio per tutti il quartiere. Tra via Tiepolo e via Riva, su un terreno di proprietà della parrocchia concesso gratuitamente, alcuni ragazzi disabili che andranno a occupare la Casa solidale, vengono da un paio d’anni coinvolti in attività di coltivazione, affiancati da instancabili volontari, compresi i vulcani referenti dell’associazione Qdv, Quelli del venerdì, che si occupano di proporre appuntamenti per il tempo libero delle persone con disabilità . Con il passare del tempo però, l’orto è diventato molto di più e ad aiutare arrivano anche alcuni studenti, in percorsi condivisi con le scuole. Si coltivano verdure e cresce anche qualche frutto. Chi desidera aiutare il progetto di “Uroburo” può dare un piccolo contributo volontario e avere in cambio qualche verdura. Ora l’inverno ha rallentato ogni cosa, ma i volontari sono già in fermento per nuove produzioni e nuove esperienze sociali.

Per coloro che intendono contribuire al progetto è possibile prendere contatti dal sito uroburo-onlus.org