Olimpiadi, da Monza a Sochi 2014 La Brianza sul ghiaccio a 5 cerchi

Su il sipario sulle Olimpiadi invernali: è tempo di Sochi 2014 col corredo di tensioni politiche e polemiche. E tanta attesa per gli atleti: nessun brianzolo in gara, ma una squadra di addetti ai lavori tutti legati al mondo del ghiaccio. Da Monza a Sochi.
Da Monza a Sochi 2014: Davide Zai Tornese con Carolina Kostner
Da Monza a Sochi 2014: Davide Zai Tornese con Carolina Kostner Barbara Apicella

Su il sipario, a trentaquattro anni dall’ultima olimpiade in Russia. Allora, nel 1980, erano state quelle estive a Mosca, oggi è Sochi 2014. Ci sarà ancora un orso tra le mascotte, come era stato Misha (ma stavolta è polare ed è insieme a una lepre e a un leopardo), ci saranno ancora tensioni politiche e polemiche.

Per il timore di discriminazioni contro le persone omosessuali (tanto che Onu e Unione europea hanno chiesto di porre fine a ogni atto discriminatorio, mentre il presidente russo Vladimir Putin ha dovuto assicurare che i Giochi rispetteranno la carta olimpica). Per la minacciata strage di animali randagi prima della cerimonia di apertura (come per gli Europei di calcio in Ucraina). Poi per i costi che sono esplosi, pare, fino a 36 miliardi di euro, per un villaggio olimpico che non è ancora terminato, ma anche per la location. Uno dice olimpiadi invernali in Russia e pensa al freddo e alla Siberia, invece Sochi (che è gemellata con Rimini) è sulle rive del Mar Nero, ai piedi del Caucaso, e gode di temperature miti.

E comunque in primo piano c’è lo sport. Sono attesi 6mila atleti da 85 Paesi. Tra questi ci sono i 113 azzurri qualificati, ventuno dalla Lombardia. In Russia anche un drappello di brianzoli. Che non gareggeranno, ma saranno ugualmente protagonisti dei Giochi.

Al fianco di Carolina – Davide Zai Tornese, fisiatra e medico dello sport di Monza, avrà tra le sue mani una delle grandi favorite della vigilia. Lui, responsabile del reparto di riabilitazione sportiva all’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, da tredici anni è medico della nazionale di pattinaggio di figura e da sempre segue Carolina Kostner (e in passato anche le coppie di danza Fusar Poli-Margaglio e Faiella-Scali e Samuel Contesti). La campionessa del mondo, recente bronzo agli Europei, insegue il suo sogno olimpico (a Torino 2006 fu nona, 16esima a Vancouver) e un pezzettino passa anche da Triante.

«Le Olimpiadi rappresentano la gara più importante per qualsiasi atleta – ha raccontato Tornese al Cittadino prima della partenza – Accompagnare in gara atleti di questo livello consente ogni volta di vivere momenti agonistici estremi per le caratteristiche proprie di queste discipline».

E lui, che vive a stretto contatto con i campioni, ne conosce ogni emozione, paura e anche gesto scaramantico: «Come affidare la giacca della tuta o i paralame all’allenatore piuttosto che al medico o al fisioterapista. Oppure portare il trolley che contiene pattini e costume dagli spogliatoi fino a bordo pista».

Ma fondamentale è soprattutto quell’adrenalina che si respira prima dell’ingresso in pista.

«Solitamente il silenzio domina questi momenti e le ultime raccomandazioni vengono date dall’allenatore all’atleta una volta che è entrato in pista». Poi ci sono l’attesa e il fiato sospeso fino al termine dell’esercizio.

Brianza sul ghiaccio – Sul ghiaccio, ma della velocità, ci sono altri due brianzoli. Giulio Rabosio, atleta della Gem Monza, è fisioterapista ufficiale della nazionale di pattinaggio di velocità sul ghiaccio – pista lunga. Poi c’è Alessandro Mauri, gestore di un centro sportivo a Milano, giudice internazionale di Short track. Entrambi monzesi, entrambi al coronamento del sogno olimpico.

La storia personale di Rabosio è un esempio. Classe ’66, partito dal Bangladesh da piccolo e arrivato a Monza, ha avviato una carriera di sciatore agonista (con risultati a livello regionale e nazionale) e quella parallela di fisioterapista della Fisi che l’ha tenuto nel mondo degli sport invernali.

«Giulio ha cominciato nelle fila agonistiche della Gem da piccolo – ha ricordato Nando Rivolta, il presidente del sodalizio di via Missori che festeggia i 90 anni – da quando era un “Gemino”, dagli 8 anni, ha partecipato a varie gare di tutti i livelli e di tutte le tipologie, dallo slalom speciale alla discesa libera».

Giudice di short track – Mauri invece nel curriculum ha due campionati mondiali, quattro Coppe del mondo, un’Olimpiade giovanile e, soltanto nel 2013, le Universiadi e un Europeo junior. Nato e residente a Monza, sarà in pista con i velocisti del ghiaccio con la qualifica di “primo assistente” del giudice arbitro capo. «È il compito più ingrato – ha raccontato – È la figura cui tocca andare alla balaustra per comunicare a un allenatore che il suo atleta è stato squalificato».

Nella sua storia sportiva vanta esperienze anche con la Federazione motonautica e quella di sci nautico. Ma il cuore era rimasto agli sport del ghiaccio e nel 2003 è iniziato il viaggio nel mondo dello short track.

«Questo per me rimane un bell’hobby e ne vale la pena. Ora le Olimpiadi sono il coronamento di un sogno».

Il programma – Atleti (e medici, fisioterapisti e giudici) in pista dal 6 febbraio con l’antipasto delle qualificazioni di freestyle, pattinaggio di figura e snowboard. Il 7 febbraio cerimonia di apertura, poi gare e finali fino al 23 febbraio.

I portabandiera italiani sono il campione dello slittino Armin Zoeggeler e l’azzurro di ice sledge hockey Andrea Chiarotti, per la manifestazione paralimpica. Sochi è tre ore avanti rispetto all’Italia, un fuso orario da tenere in considerazione per chi volesse seguire le dirette televisive (su SkySport e Cielo o RaiSport).

Vai al sito ufficiale di Sochi 2014

#Sochiproblems – Curiosità. Come detto sotto osservazione ci sono anche i ritardi del villaggio olimpico. Giornalisti e atleti stanno segnalando le stranezze (dalla signora che spruzza spray verde sull’erba, ai servizi non collegati alle tubature alle foto di Putin un po’ ovunque) su Twitter all’hashtag #Sochiproblems (vai).