Sting riapre il Bataclan dopo l’attacco terroristico di novembre 2015, respinti gli Eagles of Death Metal (che smentiscono)

Il Bataclan è tornato a suonare con Sting («Stasera celebro la vita») un anno dopo l’attacco terroristico che il 13 novembre 2015 aveva insanguinato Parigi con 130 morti. Ottanta vittime si erano registrate nel locale dove quella sera stavano suonando gli Eagles of Death Metal. Cui invece questa volta è stato negato l’ingresso. Ma loro raccontano una versione diversa.
Sting al Bataclan - foto dalla pagina  facebook ufficale dell’artista
Sting al Bataclan – foto dalla pagina facebook ufficale dell’artista Redazione online

Il Bataclan è tornato a suonare un anno dopo l’attacco terroristico che il 13 novembre 2015 aveva insanguinato Parigi con sei assalti simultanei e 130 morti. Sei assalti tra lo stadio Saint Denis, i ristoranti del centro e il locale dove quella sera stavano suonando gli Eagles of Death Metal. Ottanta i morti sotto il palco caduti sotto i colpi di kalashnikov e nella calca. Sabato 12 novembre 2016 il Bataclan ha riaperto con Sting: 1.500 spettatori, biglietti esauriti, sicurezza rafforzata in strada e all’ingresso, un muro di giornalisti a cercare i volti di chi -sopravvissuto -ha scelto di tornarci ancora e dei parenti delle vittime.

“Stasera dobbiamo fare due cose: ricordare e onorare coloro che hanno perso la vita durante l’attacco di un anno fa e celebrare la vita e la musica che questo storico teatro rappresenta. In questo modo speriamo di rispettare la memoria come la vita, affermando lo spirito di chi è caduto. Non li dimenticheremo”, ha detto Sting che ha poi aperto il concerto con un minuto di silenzio.


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“Più volte nella sua lunga storia il Bataclan è dovuto rinascere e, in questo mese di novembre 2016, rinasce ancora – ha scritto sul sito ufficiale del locale il giornalista Bertrand Dicale – Con la riapertura un anno dopo gli eventi del 13 novembre conferma ciò che è sempre stato: un riflesso della cultura e dello stile di vita di Parigi, quali che siano gli eventi, le crisi, gli sconvolgimenti di questa città. Questo auditorium ha visto rivoluzioni, brividi, tempeste. È stato glorioso, è andato in bancarotta, è stato dimenticato, è tornato alla ribalta. In 150 anni ha sperimentato non solo i trionfi o grandi guadagni. Come Parigi ha saputo superare il suo dolore, il Bataclan non è voluto morire e rinasce con più voglia e umiltà che mai: si tratta di concerti, di condividere la festa. Non è molto, anche se noi tutti sappiamo che è una delle libertà garantite dal vivere in una democrazia”.

Message in a bottle: Sting al Bataclan (da Youtube)

Durante la serata la direzione del Bataclan, citata da fonti francesi, ha rifiutato di far entrare due dei componenti degli Eagles of Death Metal che volevano assistere al concerto “Sono venuti ma li ho mandati via. Ci sono cose non si perdonano”, ha detto il direttore Jules Frutos.

Fa riferimento a fatti di inizio marzo quando il frontman del gruppo Jesse Hughes aveva detto in un’intervista che a suo avviso l’attacco era stato preparato dall’interno della sala esprimendo sospetti nei confronti del servizio di sicurezza. Dichiarazioni che erano già costate al gruppo la cancellazione dal cartellone del festival estivo Rock en Seine.

Diversa la versione del manager degli Eagles of Death Metal, raccolta in esclusiva da Billboard: Jesse Hughes non avrebbe neanche provato a entrare al concerto. Si sarebbe presentato al Bataclan con famiglia, amici e fan per onorare le vittime e condividerne il ricordo, ma senza l’intenzione di assistere al concerto di Sting. Il manager ha definito il direttore del Bataclan un “codardo” che “ha diffuso una notizia falsa e ha perso l’occasione di diffondere pace e amore anziché odio”.
Una versione twittata in serata da un giornalista di BuzzFeedFrance (Paul Aveline): “Mi ha detto che non conta di entrare, “troppo difficile”. È rimasto 5 minuti all’esterno, due o tre foto, un’intervista. Ma era talmente felice della riapertura che doveva vederla”. Aggiungendo poi: “Questo non impedisce che non avesse in ogni caso diritto a entrare”.
Una questione da riportare solo per dovere di cronaca.

Dopo Sting, il calendario del locale prevede doppia data di Pete Doherty il 16 (sold out) e il 17 novembre, Youssou Ndour il 18 e 19 novembre, Les Inrocks Festival il 21 novembre, il dj Laurent Garnier il 24 novembre, Marianne Faithfull il 25 novembre. Tra le date già fissate anche Nada Surf (2 dicembre), Zazie (15 dicembre), The Flaming Lips (2 febbraio), Skunk Anansie (6 febbraio).

(link, video e risposta EODM aggiunti domenica 13 novembre 2016)