#Morosininpista, Verstappen beffa le Mercedes con grinta e tattica. Quarto Leclerc con la Ferrari: il massimo che ha potuto

Il giornalista Nestore Morosini racconta il Gp d’Inghilterra bis, vinto stavolta da Max Verstappen (Red Bull) che beffa le Mercedes con grinta e tattica.
F1 Max Verstappen Red Bull - foto da facebook
F1 Max Verstappen Red Bull – foto da facebook

Bottas? Hamilton? Mercedes? Nossignori, Max Verstappen e Red Bull. A volte la qualifica viene sovvertita, a volte la squadra super campione del mondo sbaglia tattica, forse per paura di incorrere nello stesso infortunio che aveva patito Bottas nel GP d’Inghilterra una settimana fa. Ma soprattutto perché Bottas, ancora una volta ha dimostrato di essere pilota velocissimo nel giro di qualifica ma incostante in gara. E perché Hamilton, che mira al settimo titolo, sa che l’obiettivo lo potrà raggiungere e che i 91 GP di Schumacher quest’anno li potrà superare anche senza imprese eccezionali, con gare al risparmio senza i rischi di Silverstone 1, sette giorni fa.

Così la vittoria di Max Verstappen, che secondo i nostri telecronisti è foriera di aperture mondiali insperate, mi sembra sia dovuta più che alla superiorità della macchina alla disposizione del pilota a guidare pulito, veloce e con tattica studiata a tavolino irreprensibile.

Hamilton, in effetti, su cinque gare ne ha vinte tre, secondo e quarto una volta: difficile che la Red Bull, da oggi in avanti, possa bastonare con regolarità le frecce nere, ex argento. Detto questo, Max Verstappen e Charles Leclerc sarebbero, a parità di macchina, i soli in grado di duellare alla pari con Lewis Hamilton.

Ma la Red Bull è un gradino e mezzo sotto, la Ferrari è sotto di tre gradini: quindi facile immaginare che a fine stagione con sette titoli mondiali l’albo d’oro recherà due nomi, quelli di Michael Schumacher e di Lewis Hamilton. L’augurio è quello di sbagliarmi, per l’appetibilità di uno sport che sta andando sempre più indietro, fatto molto per gli sponsor delle scuderie e molto poco per il piacere degli spettatori davanti al video.

Perché diciamocelo francamente e senza reticenze: scacciare Morfeo con gran premi di questo genere, dove le emozioni non sono in pista ma quasi tutte ai pit stop, è ardua impresa. Il caffè nella cuccuma è abbondante, ma la corsa non offrirebbe motivi per resistere al pisolo nonostante Carlo Vanzini ci metta del suo per scuotere la noia e la Ivana mi urli un “eheheh” a gran voce per un sorpasso di Leclerc a Lando Norris: il tutto per una decima posizione.

Perché, la davanti, le Mercedes sembrano fregarsene se Verstappen guida la corsa: l’olandese della Red Bull deve fermarsi mentre loro le gomme le hanno già cambiate, hanno messo le hard magari con l’intenzione di arrivare a fine gara. E fanno male a crederci, l’attesa può diventare pericolosa, perché il Max sa che più si tiene dietro Bottas e Hamilton e più ha possibilità di uscire dal box, dopo il pit stop, in ottima posizione. Magari fra le due Mercedes.

O magari anche davanti. Con le gomme dure, colore bianco, Verstappen ha percorso quando entra, mette le gomme medie, gialle, ed esce per attaccare Bottas che arriva in quel momento, il finlandese lo supera ma Verstappen fa un contro sorpasso di gran valore. Hamilton, in crisi, è quasi 7 secondi dietro. Dietro ai tre, senza velleità, le Racing Point di Hulkenberg e Stroll e la Ferrari di Leclerc che, udite udite, stabilisce il record sul giro al 29esimo. Dietro Vettel, dodicesimo per via d’un testa coda iniziale, arranca fra i mediocri. Mancano 22 giri al termine e di più la Ferrari non ha potenziale per fare. Ma al volante della Ferrari numero 16 c’è un pilota eccellente, non può vincere ma può installarsi in coda a Bottas e togliergli il podio. Ovviamente, la pessima regia di Liberty Media mostra ai telespettatori trenini di centro gara, come Ocon che cerca di resistere a Sainz, a Vettel, ad Albon.

Al 33esimo Bottas e Verstappen cambiano ancora gomme, Hamilton s’insedia in testa alla gara, Leclerc è quarto, come nel GP d’Inghilterra. Al box Ferrari l’ordine è gufare, gufare, gufare: non si sa mai che le gomme di uno dei tre di testa ripetano il problema di sette giorni fa. A nove giri dal termine Hamilton entra al box per cambiare le gomme. Esce quasi dietro a Leclerc e comincia il duello. Impari. Hamilton ha gomme fresche, è campione del mondo, finta il sorpasso, Leclerc risponde ma deve arrendersi in staccata. Finisce il sogno Ferrari, i gufi sugli alberi di Silverstone zittiscono. Ma finisce anche il sogno Mercedes di vincere il gran premio del settantesimo compleanno della formula. Il tattico della Red Bull ha indovinato tutto, Max Verstappen ha risposto da par suo. Ma quindici minuti di gara abbastanza fascinosa non riescono a togliere a questa formula 1 la qualifica di formula noia.