#Morosininpista: la vittoria di Leclerc a Monza e tre grandi duelli storici in pista – VIDEO

Dopo la vittoria di Charles Leclerc a Monza, Nestore Morosini ricorda tre grandi duelli della storia dei motori. Ecco una nuova puntata di #Morosininpista, anche con video.
F1, Gp d’Italia 2019: la prima variante con la Ferrari di Leclerc davanti alle McLaren
F1, Gp d’Italia 2019: la prima variante con la Ferrari di Leclerc davanti alle McLaren Fabrizio Radaelli

Il modo con cui Charles Leclerc e la Ferrari hanno vinto il Gp d’Italia resistendo a due mastini come Hamilton e Bottas, piloti della Mercedes, che per 41 giri, prima il campione del mondo e poi lo scudiero, lo hanno attaccato invano, mi ha riportato indietro nel tempo. Di grandi duelli a Monza ne ricordo in particolare tre.
Il primo, mi sembra del 1968, in formula 3 fra l’italiano Giannino Salvati e lo svedese Ronnie Peterson entrambi al volante delle Tecno. Il secondo, in formula 1, al GP d’Italia 1971, fra cinque piloti di nazionalità diversa, nessuno al volante di una Ferrari. Il terzo e ultimo, nel GP di Spagna 1981, quando Gilles Villeneuve riuscì a battere un trenino di altri quattro concorrenti.

SALVATI-PETERSON

Eravamo alla fine degli anni ’60, se ricordo bene il 1968, quando i due alfieri della Tecno, allora popolarissima vettura di formula 3, si sfidarono a Monza in un duello che durò ininterrottamente per 42 giri. I due si alternarono al comando, ma a una ventina di giri dalla fine fu sempre Salvati a condurre la corsa con Peterson in agguato dietro di lui. All’ultimo e decisivo giro Salvati capisce che Peterson sta tendendogli un agguato, ed è così. Giannino entra per primo in parabolica, ma quando esce ha Ronnie in coda che sfrutta la scia, si allarga è vince per un “muso”. Salvati morirà poi in F2 durante una corsa sul tracciato brasiliano di Taruma, nel novembre 1972. Peterson morì invece a Milano, dopo essere rimasto gravemente ferito alla partenza del GP d’Italia 1978.

IL TRENINO DI MONZA 1971

Il GP d’Italia visse il 5 settembre 1971 una delle corse più emozionanti. Ritiratesi le Ferrari di Ickx e Regazzoni, che quel giorno festeggiava il suo 32esimo compleanno, per guasti al motore, con Clay che aveva guidato nei primi giri della gara, si formò un “ trenino” composto da Peter Gethin e Howden Ganley (BRM), Ronnie Peterson (March), Mike Hailwood (Surtees) e François Cévert ( Tyrrell). I cinque, uno in scia all’altro, restano insieme fino al traguardo. Al penultimo giro Ronnie passò in testa ma il 12 cilindri BRM, più potente del Cosworth dello svedese, consentì a Gethin di uscire in testa dalla Parabolica e vincere davanti a Peterson staccato di un centesimo di secondo, Cévert a 9 centesimi, Hailwood a 18 centesimi e Ganley a 61 tutti a ventaglio per la volayta finale : cinque monoposto racchiuse in 69 centesimi a oltre 247 km/h di media. Fu quello l’ultimo gran premio senza chicane: per l’elevata velocità e anche pericolosità ne furono introdotte due, alla curva grande e all’Ascari.

IL TRENINO DI JARAMA

Le vicissitudini del GP di Spagna 1981 avevano portato in testa alla corsa, al 14esimo degli 80 giri previsti, Gilles Villeneuve con la Ferrari turbo che, dopo una venticinquina di giri si era ritrovato dietro Reutemann, Watson, Laffite, Piquet e De Angelis. Quest’ordine non cambiò per venti giri quando anche Piquet dovette ritirarsi mentre Gilles riusciva a sfruttare pienamente la potenza del suo turbo allungando sul rettilineo per poi resistere tenacemente nel misto. Si formò un trenino composto da cinque monoposto vicinissime. Il canadese della Ferrari resistette per tutti i giri restanti agli assalti di Laffite, che aveva superato la Mc Laren di Watson e che aveva una eccellente Ligier con minigonne, e quindi con accentuato effetto suolo, vincendo la sesta, e ultima, gara valida per il mondiale di Formula 1 della sua carriera. Il canadese precedette Laffite per 211 millesimi, poi Watson 570 millesimi, Reutemann (Williams) di 1” mentre De Angelis, quinto con la Lotus, fu distanziato di un secondo e 231 millesimi.