F1, Morosini in pista: ecco la malattia patita dalla Ferrari in Australia

A Melbourne la power unit, i suoi radiatori rettangolari sono piuttosto stretti con elementi a sandwich, è stata raffreddata eccessivamente rispetto ai dati ricevuti nei test catalani, effettuati con temperatura più bassa rispetto a quella trovata poi a Melbourne.
La Ferrari durante i test di Barcellona
La Ferrari durante i test di Barcellona

Sono state parecchie le congetture sul perché la Ferrari, così veloce nei test di Barcellona, abbia subito nel GP d’Australia una cocente sconfitta. Quella che nei giorni scorsi è stata la maggiormente accreditata – suggerita anche da una riflessione di Helmut Marko uomo di fiducia del proprietario della Red Bull, Dietrich Mateschitz – , è che la Rossa, a Melbourne, abbia subito un problema di surriscaldamento del motore tale da prevedere, nel susseguente GP del Barhein che vedrà fra poche ore la disputa della qualifica, l’apertura di non so quante feritoie supplementari per raffreddare la power unit.

Queste aperture, però, ieri non si sono viste: quindi l’opinione di certi opinionisti era totalmente sbagliata, soprattutto perché prodotta da una situazione particolare: quella di restare all’oscuro sulle informazioni che arrivano da ogni parte d’Europa, soprattutto dai Paesi in cui operano le scuderie della formula 1. Leggi Germania, nazione in cui la stampa specializzata è molto scrupolosa nell’indagare e poi nel riportare le conclusioni.

La Ferrari, ecco il punto, ha avuto esattamente il problema contrario al surriscaldamento. Nella parte centrale della vettura gli ingegneri della Ferrari hanno lavorato sulla fluidodinamica interna delle pance sistemando i radiatori e gli accessori della power unit in modo da disegnare fiancate ancora più strette per ridurre la resistenza all’avanzamento e migliorare l’efficienza. In altre parole a Melbourne la power unit, i suoi radiatori rettangolari sono piuttosto stretti con elementi a sandwich, è stata raffreddata eccessivamente rispetto ai dati ricevuti nei test catalani, effettuati con temperatura più bassa rispetto a quella trovata poi a Melbourne.

Ciò in Australia ha messo i tecnici di Maranello di fronte a problemi che ritenevano di non avere, come ad esempio il detonamento: fatto che aumentava il consumo di carburante e consigliava di diminuire la potenza per non avere problemi di affidabilità. Stesso problema lo aveva accusato anche la Mercedes che però ha radiatori diversi da quelli della Ferrari, più tradizionali e di forma triangolare. I tecnici della squadra tedesca dai dati avuti nella terza sessione di prove libere a Melbourne si erano tenuti su livelli di raffreddamento meno spinti di quelli della Ferrari, soprattutto sulla macchina di Bottas perché, probabilmente, il team principal Toto Wolf pensava di dover evitare a Hamilton qualsiasi tipo di problema dovuto a eventuale surriscaldamento di motore.

Il GP d’Australia ha rivelato invece la verità: la monoposto del finlandese, evidentemente meno raffreddata di quella del campione del mondo, è stata di una superiorità schiacciante sia rispetto ad Hamilton sia rispetto alla Ferrari. Segno evidente che col caldo la prestazione della power unit non solo non dava problemi ma addirittura migliorava il proprio funzionamento consentendo alla parte elettrica una migliore ricarica di energia.

Nella prima giornata di prove libere del GP del Barhein, la Ferrari ha girato pressappoco nella stessa configurazione dei test di Barcellona ottenendo risultati molto confortanti sia con gomme da qualifica sia nella simulazione di gara. La Mercedes, evidentemente, ha ripetuto la configurazione australiana, risultando meno performante. Ma è indubbio che oggi, in qualifica, gli ingegneri tedeschi metteranno le monoposto in configurazione tale da riproporsi con tempi vicini a quelli delle Rosse.

Non avrebbe senso, altrimenti, la frase di Hamilton al termine della prima giornata di prove libere: “La qualifica sarà disputata nei millesimi di secondo”. E non avrebbe senso, anche, l’insistenza di Toto Wolff nel giudicare la Ferrari come la miglior macchina attualmente presente al mondiale. E a confortare questa tesi sono stati gli ottimi dati ottenuti nelle libere dalla Haas di Kevin Magnussen, che ha lo stesso motore e lo stesso tipo di radiatori della Ferrari.

Nelle libere ho visto anche un Sebastian Vettel un po’ nervoso, ha perso la macchina alla curva 1 per aver sbagliato andando sul cordolo: probabilmente sente la pressione del giovanissimo Leclerc, pilota intelligente, freddo e veloce che mi ricorda il migliore Alain Prost. Per ora sono solo mie impressioni, ma fra Barhein e Cina avremo qualche certezza. E spero, quindi, che la Ferrari non punti sul cavallo: che per me sarebbe Vettel.