Via ai saldi estivi da 440 milioni di euro: le regole della Regione e il patto consumatori-commercianti

Da sabato 7 la stagione dei saldi estivi 2018: la Regione rilancia le regole da rispettare e commercianti e consumatori confermano l’intesa sulla trasparenza.
Al via i saldi estivi
Al via i saldi estivi Fabrizio Radaelli

Da una parte i segnali di ripresa da confermare e dall’altra l’appello al rispetto delle regole e della legalità: si muove tra queste sponde l’apertura dei saldi estivi 2018 nelle parole dell’assessore regionale Alessandro Mattinzoli, che ha sottolineato l’impegno «per approvare misure a favore di tutto il comparto a partire dalla lotta all’abusivismo, alla contraffazione e alla desertificazione commerciale». I ribassi sono in programma da sabato 7 luglio e stando alle previsioni di Federmoda Milano, che fa parte della Confcommercio, valgono 440 milioni di euro. Con una spesa media pro capite di 150 euro.

«Dopo una stagione primavera-estate altalenante per i consumi di moda – ha segnalato il presidente di Federazione Moda Italia e FederModaMilano Renato Borghi – c’è attesa per questi saldi estivi. I ‘veri’ affari partono ora soprattutto per tutti quei consumatori che, incuranti di whatsapp, sms, email e delle promesse di sconti on line, aspettano di poter fare acquisti nel proprio negozio di fiducia sotto casa».

L’associazione di categoria ha rilanciato anche l’operazione “Saldi Chiari” con le associazioni dei consumatori, a tutela del cliente e dell’operatore commerciale. Qualche capitolo dell’accordo:

Carte di credito. Durante i saldi l’operatore commerciale è tenuto ad accettare il pagamento con carta di credito.

Cambi merce. Il dettagliante si impegna a sostituire, se possibile, o a rimborsare i capi acquistati che presentano gravi vizi occulti così come previsto dal Codice Civile ed in particolare dalle norme di recepimento della Direttiva 1999/44/CE. Nel caso di non corrispondenza della taglia, il capo verrà sostituito con prodotti disponibili all’atto della richiesta di sostituzione. Qualora non fosse possibile la sostituzione per mancanza di capi o per mancato gradimento da parte del cliente, l’operatore rilascerà un buono acquisto di pari importo del prezzo pagato relativo ai capi da sostituire. Buono che il cliente dovrà spendere entro i successivi 120 giorni dall’emissione dello scontrino fiscale (che dev’essere presentato).

Prova prodotti. Il cliente ha diritto di provare i capi per verificarne la corrispondenza della taglia e il gradimento del prodotto. Sono esclusi dalla facoltà della prova i prodotti che rientrano nella categoria della biancheria intima e quei prodotti che, per consuetudine, non vengono normalmente provati.

Uniformità dei prezzi. Le catene di negozi che effettuano saldi si impegnano a porre in vendita gli stessi prodotti agli stessi prezzi. In caso di variazione del prezzo, la variazione viene praticata contemporaneamente in tutti i punti vendita della catena.

Riparazioni. Se il costo per l’adattamento o la riparazione dei capi acquistati è a carico del cliente, l’operatore commerciale deve darne preventiva informazione al cliente stesso e deve inoltre esporre, in modo ben visibile, un cartello informativo sul quale si dichiara espressamente che le riparazioni sono a carico del cliente.

«Mi sento in dovere – ha aggiunto l’assessore Mattinzoli – che questo periodo di vendite deve essere improntato alla legalità e al rispetto della concorrenza leale tra gli operatori e nei confronti degli utenti. A questo proposito rivestono un ruolo molto importante i Comuni, che hanno il compito di controllare e di verificare il rispetto delle regole».

Le regole di Regione Lombardia per i saldi dicono che “ i commercianti hanno l’obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso applicato (è invece facoltativa l’indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso)”. Poi i prodotti in saldo “devono essere separati da quelli eventualmente posti in vendita a prezzo normale” e in caso non fosse possibile, cartelli chiari e inequivocabili devono indicare le differenze. “Se il prodotto risulta difettoso, il consumatore può richiederne la sostituzione o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino”.