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Monza, i dati di Confcommercio: metà delle attività non ha ancora ricevuto la cassa. Il 65% delle imprese chiede contributi a fondo perduto

Monitoraggio di Confcommercio Milano, Lodi, Monza Brianza sulla ripresa dell’attività. Il 78% ha usufruito di aiuti ma il 90% li ritiene insufficienti e chiede soprattutto contributi a fondo perduto. Il 48% non ha ancora visto un pagamento della cassa integrazione
Carlo Sangalli, presidente Confcommercio
Carlo Sangalli, presidente Confcommercio

Sono passati tre mesi dal lockdown e la metà delle aziende del terziario non ha ancora visto il pagamento della cassa integrazione. Un dato in miglioramento, visto che in aprile la percentuale era del 96%o, ma che testimonia ancora della lentezza relativa alle pratiche per gli ammortizzatori sociali.

Lo dice una indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza rifacendosi alle risposte di 982 imprese per l’86% fino a 9 addetti. Le attività brianzole sentite sono il 16% del campione. Le principali categorie che hanno risposto sono quelle della ristorazione (26%) e il dettaglio non alimentare (20%).

Gli aiuti previsti dal Governo sono ritenuti insufficienti dal 90% degli intervistati.Il 78% ha usufruito di un qualche sostegno: soprattutto gli indennizzi di 600 euro di marzo e di aprile (82 e 77%) mentre il 32% ha ottenuto un finanziamento bancario fino a 25mila euro.

Per due imprese su tre occorrono contributi a fondo perduto mentre il 18% chiede la riduzione del costo del lavoro e il 12% lo spostamento delle scadenze fiscali a fine anno.

La maggior parte delle imprese ha riaperto, alcune non hanno mai chiuso anche se si tratta del 21% delle attività. Ma c’è ancora una quota, il 15% che non ha ancora ripreso, anche se la metà di questi riaprirà nei prossimi mesi. I negozi restanti sono ancora in dubbio se aprire o chiudere definitivamente.

Nella prima settimana di giugno l’affluenza è stata del 70% per il dettaglio alimentare, del 54% per i servizi alle imprese, del 51% per distributori carburanti e ingrosso alimentare, del 47% per il commercio di autoveicoli, del 46% per il dettaglio non alimentare, i trasporti e la logistica. Servizi alla persona 33%, ristorazione 31% mentre ai minimi restano le agenzie di viaggio (8%) e gli alberghi (6%).

Il 93% delle imprese ha potuto garantire i livelli di sicurezza richiesti. “Dopo quattro mesi dall’inizio dell’emergenza Covid-19 permane una forte difficoltà per le imprese del terziario – afferma Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – In particolare quasi la metà delle aziende non ha ancora ottenuto alcun ammortizzatore sociale per i propri dipendenti. I contributi a fondo perduto sono la misura più richiesta e urgente, ma solo da inizio settimana prossima saranno disponibili i modelli dell’Agenzia delle Entrate per poterli ottenere. E tutto questo a quasi un mese dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Rilancio. Le imprese chiedono inoltre con insistenza una sospensione fiscale sino a fine anno. Sulle tasse locali, ad esempio, bisogna essere molto più coraggiosi. In una situazione di crisi ancora drammatica è fondamentale una svolta immediata per evitare danni irreparabili al sistema delle imprese – lo ha sottolineato il nostro presidente Carlo Sangalli – con conseguenze imprevedibili per la tenuta sociale del Paese”.