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Mercatone Uno, scontro al Mise: c’è la cassa, ma gli importi sono bassi

LEGGI Reazioni politiche - I sindacati hanno chiesto che ai lavoratori fossero riconosciuti i contratti precedenti al fallimento Shernon, quando molti lavoravano full time e non part time come adesso, ma l’amministrazione straordinaria si è opposta. Calcolata su queste basi anche gli importi della cassa integrazione si abbassano
Fallimento Mercatone Uno presidio lavoratori a Cesano Maderno mercoledì 29 maggio
Fallimento Mercatone Uno presidio lavoratori a Cesano Maderno mercoledì 29 maggio Cristina Marzorati

Alla fine è stato firmato un verbale per la cassa integrazione straordinaria, ma nelle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori del Mercatone Uno, compresi i 52 del negozio di Cesano Maderno, andranno ben pochi solidi. Quando ci arriveranno.

L’incontro che si è tenuto al Mise, il Ministero dello Sviluppo economico, mercoledì 19 giugno, al quale ha partecipato anche una rappresentanza brianzola ha visto contrapporsi la tesi dei sindacati che chiedevano per i lavoratori di retrocedere alle condizioni precedenti lo sciagurato tentativo di rilancio della Shernon e i nuovi commissari straordinari che sostengono giuridicamente l’impossibilità di modificare le condizioni con questo passaggio perché sarebbe un costo per la collettività, a fronte del maggior esborso per la cassa straordinaria conseguente.

I lavoratori per favorire la ripresa della società gestita da Shernon avevano accettato di diminuire l’orario di lavoro e quindi lo stipendio, tanto che prima molti più lavoratori potevano vantare un contratto full time mentre adesso la maggior parte si accontentano di part time a 20, 24, 28 ore. Visto che le promesse della Shernon sono state totalmente disattese le organizzazioni dei lavoratori hanno chiesto che si tornasse alle condizioni precedenti. L’amministrazione straordinaria, invece, ha opposto un muro.

La cassa, quindi, viene calcolata sui contratti part time in essere fino al momento del fallimento Shernon. Se quindi normalmente potrebbe raggiungere anche importi intorno a 900, 1000 euro, calcolata così nelle tasche dei lavoratori andranno molti meno soldi.

Una partita, quella giocata tra sindacati e commissari, nella quale il Governo non ha dato nessun indirizzo politico. Il Ministero, insomma, nonostante la richiesta dei sindacati, non si è esposto per cercare una soluzione che venisse incontro ai lavoratori.

Ora, tra l’altro, bisognerà accelerare i tempi della concessione della cassa: le lungaggini burocratiche tra Ministero e Inps locali potrebbero durare mesi. La Regione Lombardia aveva promesso di ripristinare lo strumento dell’anticipazione sociale che permette , appunto, di anticipare i soldi attraverso le banche prima dell’erogazione ufficiale

Intanto le lavoratrici di Mercatone Uno incontreranno il 26 giugno Maurizio Landini, segretario generale della Cgil che proprio in quel giorno sarà a Monza.