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La crisi alla K-Flex, l’azienda: «Il sito di Roncello è anti-economico»

All’indomani degli incontri con Assolombarda e Regione, che hanno confermato la procedura di mobilità per il licenziamento collettivo di 187 lavoratori, parla la K-Flex di Roncello. E dice che quello cui sta andando incontro non è una “delocalizzazione” in Polonia, ma una “riorganizzazione” di un sito il cui mantenimento viene definito “anti-economico”.
I lavoratori della K-Flex con il Gabibbo di Striscia la Notizia il 10 febbraio a Roncello
I lavoratori della K-Flex con il Gabibbo di Striscia la Notizia il 10 febbraio a Roncello Signorini Federica

All’indomani degli incontri con Assolombarda e Regione, che hanno confermato la procedura di mobilità per il licenziamento collettivo di 187 lavoratori, parla la K-Flex di Roncello. E dice che quello cui sta andando incontro non è una “delocalizzazione” in Polonia, ma una “riorganizzazione” di un sito il cui mantenimento viene definito “anti-economico”.


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“Nonostante tutti i sinceri sforzi adottati per trovare un accordo con le parti sociali e le istituzioni che sappia affrontare e risolvere la grave congiuntura attuale – si legge in un comunicato – l’Isolante K-Flex S.p.A si trova costretta a cessare l’attività produttiva della sede di Roncello-via Leonardo da Vinci e procedere ad una riorganizzazione che coinvolgerà 187 lavoratori, corrispondenti all’intera forza lavoro relativa ai reparti produttivi diretti, di assistenza alla produzione, e parzialmente ai servizi amministrativi, logistici, commerciali ed accessori. L’azienda comunque manterrà in Italia un centro logistico/distributivo unitamente a varie funzioni di marketing, ricerca, vendita etc che occuperanno circa/oltre 60 lavoratori”.

I motivi: “L’impossibilità di permanere nell’attuale sede di via Leonardo da Vinci, informazione più volte condivisa dall’azienda con i lavoratori e le rappresentanze sindacali, è anche conseguenza delle gravi problematiche strutturali dell’edificio sede della società e della produzione”.

La K-Flex è un produttore di importanza mondiale, con 2mila dipendenti nel mondo. Del gruppo fanno parte 27 società, di cui 11 produttive.

“Il sito italiano è solamente uno dei plant produttivi del Gruppo attraverso i quali l’azienda rifornisce da anni il mercato del Sud Europa – continua il comunicato – In questo momento, pertanto, l’attuale “forzato fermo produttivo e distributivo” dello stabilimento italiano sta creando addirittura disservizi e rallentamenti agli altri impianti del Gruppo ad oggi esistenti. Lo squilibrio tra la domanda del mercato italiano e la capacità produttiva dell’impianto, l’aggravamento e mancata risoluzione delle gravi problematiche strutturali dell’edificio di via Leonardo da Vinci, sede della Società e della produzione, rendono anti-economico il mantenimento in essere del sito e, quindi, impraticabile potervi proseguire l’attività”.