In 60mila al SuperSalone del Mobile: «I brianzoli ci hanno creduto»

L’edizione “SuperSalone” del 2021 si è chiusa con 60mila spettatori, la metà all’apertura di domenica. Il bilancio è positivo, l’attenzione è tutta sull’edizione 2022.
Salone mobile 2021
Salone mobile 2021

Decretato il successo del SuperSalone del Mobile, si pone ora il tema di valutare se l’edizione di aprile 2022, che dovrebbe essere per di più la sessantesima, sarà quella “classica” (tanti padiglioni monomarchio più le fiere di settore) o quella light del SuperSalone (pochi padiglioni, un percorso stabilito con solo le novità dei marchi, possibilità di prenotare sul posto gli oggetti esposti ed eventi collaterali con il sapore quasi dell’happening) che ricorda più la Fiera campionaria di sessant’anni fa. Il tutto, naturalmente, epidemia permettendo.

Tutte valutazioni che gli addetti ai lavori hanno cominciato a fare già all’indomani della chiusura della kermesse. Che in soli sei giorni, di cui cinque feriali, ha saputo richiamare sessantamila visitatori, di cui la metà solo domenica 5 settembre.

«Il bilancio del SuperSalone è positivo – spiega Luciano Caspani, titolare della Cleaf di Lissone e presidente del Gruppo Arredo Design di Assolombarda – per la situazione in cui siamo. Ero tra gli scettici alla vigilia, mi sono ricreduto. È stata una settimana intensa con grande voglia di lavorare e di tornare a parlare con le persone guardandole in faccia. Noi stessi abbiamo reincontrato clienti che non vedevamo da un anno e mezzo. La formula del SuperSalone ha funzionato per quello per cui era stata pensata: permettere di riprendere i contatti in sicurezza con i clienti e dare loro la possibilità di toccare con mano i prodotti sfornati negli ultimi diciotto mesi. FederlegnoArredo e Assolombarda ci hanno creduto. C’erano degli scettici che avevano paura che il Supersalone non sarebbe riuscito. Invece è andata bene».

Tra chi frenava l’idea del SuperSalone s’è detto ci fossero anche grandi marchi brianzoli. Ma per Caspani non è così: «Non erano i brianzoli a frenare. Il fatto è che il 2020 è stato un anno molto delicato, per evidenti motivi. Ci siamo trovati all’inizio del 2021 pieni di lavoro ma con una drammatica carenza di materie prime. La preoccupazione nasceva solo da questo. La Brianza è la culla del design, non poteva essere contro il Salone, sia pure Super. La mancanza di materie prime, e il loro rincaro, anche del 300 per cento, sommata all’ipotizzato rincaro dell’energia elettrica del 40 per cento non ci rendono tranquilli ma gli ordinativi del 2021 sono anche meglio di quelli del 2019. Speriamo che questo trend continui e si stabilizzi per venire incontro alla voglia di casa degli italiani».

Come sarà quindi il salone del 2022? «È presto per dirlo. Il Salone è una tradizione, il Supersalone è stata un’esperienza positiva. Magari si troverà una formula mix, fermo restando che i buyer vogliono toccare con mano i prodotti. I grandi marchi attirano clienti anche nei loro showroom e non solo al Salone, è vero, ma il modo di fare business cambia e non è detto che ciò che s’è fatto finora non possa o debba essere migliorato».