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Diritti: assegno familiare per 9mila pensionati in Brianza (ma pochi lo chiedono)

Segnalazione Cisl: un assegno familiare per 9mila pensionati, possibilità che molti non sanno di avere. A chi spetta il diritto.
Monza Sede Inps
Monza Sede Inps Fabrizio Radaelli

Pensioni magre, a volte ai limiti della sopravvivenza, che fanno imprecare per arrivare alla fine del mese. Pensioni che fanno invocare aumenti per un senso di giustizia sociale, per dare la possibilità di vivere senza dover controllare anche le spese minime. La realtà di chi ha lasciato il mondo del lavoro è anche questa. Ci sono, però, diritti che spettano alle persone e che molto spesso, per ignoranza, non vengono fatti valere. Uno di questi riguarda gli assegni famigliari, una voce che potrebbe incidere in modo non disprezzabile sugli assegni pensionistici: roba da 50 euro in più al mese, ogni mese, ed esentasse.

Lo fa presente la Cisl Monza Brianza Lecco facendo presente che a volte i pensionati non esercitano questo diritto perchè non sanno di averlo, non sanno che per vederselo riconoscere basterebbe presentare una domanda. Una opportunità che non riguarda poche persone: secondo le stime del sindacato di tratterebbe di 9mila persone in Brianza. In questi giorni sono entrati in vigore nuovi limiti di reddito ed è entrata in vigore la norma per cui i dipendenti devono comunicare una domanda all’Inps per via telematica.

La norma che permette ai pensionati di avere gli assegni famigliari, tuttavia, esiste da decenni. Semplicemente non è conosciuta e quindi non applicata a contribuenti che comunque ne avrebbero bisogno: «Noi formiamo le indicazioni principali sia per chiedere ex novo gli assegni famigliari, sia per mantenerli – spiega Stefano Buzzi, responsabile welfare Cisl Monza Brianza Lecco – Il consiglio è quello di rivolgersi a un patronato Inas Cisl e agli agenti sociali della Fnp Cisl».

Un modo sicuro per verificare se ci sono i requisiti richiesti dal punto di vista del nucleo famigliare e del reddito per vedersi riconoscere questo diritto. Nel caso si può fare richiesta anche per gli arretrati: la prescrizione, infatti, scatta dopo cinque anni. 

La misura aggiuntiva prevista dalla legge non scatta per chi rientra nella gestione commercianti o artigiani. Il diritto, invece, ce l’hanno, eccome, i pensionati che hanno maturato i loro contributi per lavoro dipendente, per chi ha ottenuto pensioni di vecchiaia, pensioni superstiti e pensioni di invalidità.

Basta fare quattro calcoli e si scopre qual è l’entità delle somme previste. Marito e moglie , senza figli, nessuno dei due inabile, devono fare riferimento al reddito 2018 con validità per il periodo luglio 2019-giugno 2020. Qui se il reddito della famiglia arriva fino a 13.894,19 euro, l’assegno ammonterà a 46,48 euro per tutti i dodici mesi dell’anno.

Se, invece, la situazione fosse diversa, con uno dei coniugi che purtroppo è inabile al 100% e il reddito, sempre quello dell’anno scorso, non supera le 25.469, l’assegno sale a 51,13 euro. Un cifra che va calcolata, quindi, per tutto l’anno e che, appunto, considerata in questo periodo può significare un’entrata in più di circa 600 euro. Non proprio da buttare via.

La possibilità riguarda anche una categoria particolare di persone, vedovi e vedove e invalidi maggiorenni. L’importo dell’assegno famigliare non è soggetto alla perequazione automatica (il meccanismo pensato per proteggere il potere d’acquisto nonostante l’inflazione) anche se i livelli di reddito sono rivalutati all’inizio di luglio di ogni anno. L’opportunità di chiedere l’assegno, però, può riguardare anche le persone che hanno perso il coniuge ma anche le persone maggiorenni che siano riconosciute invalide al 100%, anche se sono state ricoverate in una residenza sanitaria assistita. Non si tratta di un diritto legato all’età ma a queste condizioni. Qui l’assegno può essere anche un po’ più consistente rispetto ai due esempi citati finora, moglie e marito senza figli, moglie e marito con uno dei due inabile. Se, infatti, il reddito maturato l’anno scorso equivale a una cifra fino a 28.516, 84 euro, l’aggiunta mensile tocca il tetto dei 52,91 euro al mese.

Si tratta di una situazione che accomuna molte persone in Brianza. Secondo la Cisl, infatti, nella sola provincia di Monza e della Brianza, questa condizione può riguardare 3mila tra le 6mila persone che oggi sono ricoverate nelle Rsa, praticamente la metà di loro. Tutta gente che può richiedere , quindi, l’assegno famigliare, e che molto spesso non esercita questo diritto perchè non lo sa.

«Una condizione – spiega Stefano Buzzi della Cisl – che io stesso ha verificato in prima persona». In questi giorni, intanto, sono numerose le persone che chiedono chiarimenti nella sede Fnp (Federazione nazionale pensionati) Cisl Monza Brianza Lecco in via Dante a Monza. La platea di coloro che sono interessati all’assegno famigliare, d’altra parte, è più ampia di quello che si pensi.